3 i manager sospesi e un nuovo dirigente per la divisione di gestione degli asset, e intanto la FINMA indaga
ZURIGO - Un primo trimestre da vento in poppa, grazie perlopiù al settore investimenti, oscurato da uno smacco da svariati zeri, quello di Credit Suisse.
Se per quanto riguarda gli utili, infatti, non si faceva così bene da quasi un decennio (e il titolo in borsa ha apprezzato) a guastare la festa del colosso bancario elvetico resta la questione - ancora tutta da valutare - del fallimento di Greensill Capital.
Il gruppo australiano gestiva, con modalità discutibile, diversi miliardi di franchi di CS (si parla di 10 miliardi) e ha recentemente dichiarato bancarotta. Questo proprio dopo che diversi investitori - tra i quali pure la stessa banca svizzera - avevano deciso di congelare le loro partecipazioni.
A questo giro, mancano all'appello 90 milioni di franchi (figli di un prestito, fatto praticamente a fondo perso) al magnate Lex Greensill, cliente di lungo corso di Credit Sussi. Ma è verosimile che le perdite non si fermeranno qui, come confermato anche dalla banca, e potranno essere anche sostanziali. Al momento, sul caso si è chinata anche la FINMA che ha aperto un'indagine.
Per questo motivo, in casa CS si sta iniziando a rivedere un po' le carte in tavola con diversi cambiamenti nel settore dell'asset management.
In primo luogo ha nominato un nuovo responsabile, Ulrich Koerner, e ha scorporato tutta la divisione rendendola autonoma (prima era parte della divisione International Wealth Management). Koerner torna a Credit Suisse da UBS dove lavorava nella medesima mansione dal 2014 e dal 2019 era consulente del CEO.
Lo scivolone Greensill ha comunque già avuto diverse ripercussioni sui dipendenti coinvolti, tre manager senior che se ne occupavano sono stati rimossi dalla loro funzione, formalmente in via temporanea. Diversi, inoltre, i bonus sospesi ad altrettanti dipendenti a tutti i livelli, anche fra i membri del consiglio d'amministrazione.