Quale il futuro della grande banca? Risponde Antonio Mele, professore ordinario di Finanza presso l'Usi di Lugano
LUGANO - Di fronte al calo in Borsa di Credit Suisse, che in una sola settimana è passato da 3,70 franchi al minimo di ieri mattina (2,89 CHF), c’è chi teme per il peggio. Tanto che, per gli esperti, l'ipotesi fallimento non sarebbe più un’eventualità impossibile da immaginare. Anche la giornata di oggi non è andata nel modo migliore, visto che l'azione ha fatto segnare un andamento negativo (-2.76%) fino a 2,82 franchi. Insomma sembra non vedersi la fine del tunnel.
Motivi della pressione sul titolo - Tecnicamente il recente deprezzamento dei titoli viene in parte giustificato da due fattori. Il primo sarebbe da attribuire alla vendita, da parte di molti investitori, dei diritti di sottoscrizione di nuove azioni, al prezzo di 2,52 franchi per titolo, il tutto nell'ambito del previsto aumento di capitale. Secondo elemento, a giustificare la pressione sul titolo - un pochino più complesso da comprendere -, è da attribuire al livello di fiducia dei mercati finanziari che, nel caso di CS, ha determinato l'aumento del costo delle coperture contro un'insolvenza della banca, i cosiddetti credit default swaps (CDS)*, che hanno raggiunto ieri i 403 punti.
L'esperto - Cosa può fare il risparmiatore è difficile a dirsi. Proviamo però ad avvalerci dell'opinione di un esperto, Antonio Mele, professore di Finanza presso l'Usi di Lugano. «Io credo che questo riprezzamento (deprezzamento, ndr) dei titoli di CS sia relativamente meno importante rispetto ai livelli degli strumenti derivati come i CDS che, a livelli così elevati, stanno a rappresentare una probabilità di fallimento molto consistente».
L'ipotesi fallimento e l'appello alla politica - Sentire parlare d'ipotesi fallimento mette ansia. Cosa fare se si detengono titoli CS? «Non ho l’autorità per fornire indicazioni ai grandi risparmiatori. E i piccoli risparmiatori saranno sempre e comunque protetti dal meccanismo di garanzia dei depositi inferiori a 100’000 CHF. Infine - precisa il docente - CS è una banca di natura sistemica e mi aspetto (e auguro) che le autorità di politica monetaria e macroprudenziale saranno in grado di fornire indicazioni forti in merito alla capacità di salvare la banca, nel caso tutto ciò dovesse rendersi davvero necessario».
* Il credit default swap (CDS) - È un contratto con il quale il detentore di un credito (protection buyer) si impegna a pagare una somma fissa periodica, in genere espressa in basis point, a favore della controparte (protection seller) che, di converso, si assume il rischio di credito gravante su quella attività, nel caso in cui si verifichi un evento di default futuro e incerto (credit event). La somma periodica che il creditore paga è in genere commisurata al rischio e alla probabilità d'insolvenza del soggetto terzo debitore.