Il motivo è la cancellazione delle obbligazioni AT1 (per la quale si rischia una causa internazionale) e la perdita di valore delle azioni
BERNA - Il tracollo di Credit Suisse ha comportato una perdita di 110 milioni di franchi per la cassa pensione di Migros, gruppo che con i suoi quasi 98'000 dipendenti è il maggiore datore di lavoro della Svizzera.
Stando a quanto indicato oggi dalla responsabile finanziaria della federazione delle cooperative Migros (FCM) Isabelle Zimmermann, la maggior parte del rosso deriva dall'azzeramento delle ormai famose obbligazioni AT1, i titoli il cui valore è stato cancellato con un tratto di riga dalla Finma, ciò che ha causato turbolenze anche a livello internazionale.
Da sola questa decisione - un tassello dell'acquisizione di CS da parte di UBS, mossa orchestrata dal Consiglio federale, che ha parlato di operazione commerciale pur applicando il diritto d'emergenza (diritto di necessità nella traduzione federale del termine Notrecht) - è costata 100 milioni all'istituto di previdenza professionale di Migros.
Gli altri 10 milioni sono legati al crollo del corso dell'azione Credit Suisse in borsa. I 110 milioni di franchi rappresentano comunque solo lo 0,4% del totale di bilancio del fondo pensione del gruppo, sottolineano i vertici del colosso del commercio al dettaglio. Tracce del disastroso andamento del valore CS sono visibili anche nel portafoglio di investimenti di FCM, ha precisato Zimmermann all'agenzia Awp. Ma questo è stato più che compensato dal buon andamento del titolo UBS.
Le dichiarazioni della manager a capo del dipartimento finanze - questo è il nome presso Migros - in carica dal gennaio 2022 sono giunte a margine della conferenza stampa di bilancio della società, che ha chiuso l'esercizio scorso con un fatturato di 30,1 miliardi (+4%) e un utile netto di 459 milioni (-31%).
Sempre oggi sul fronte Credit Suisse si è saputo che, contrariamente ad alcune voci circolate di recente, l'ex presidente del consiglio di amministrazione (Cda) di Credit Suisse (CS) Urs Rohner non intende restituire parte dei compensi incassati quando era ai vertici della banca, che ammontano a 52 milioni di franchi. il 63enne è stato vicepresidente dell'organo di sorveglianza dal 2009 al 2011 e presidente dal 2011 sino al 2021.