EFG International ha già annunciato di aver reclutati un buon numero di ex dipendenti della banca svizzera.
ZURIGO - EFG International è a caccia di gestori patrimoniali di Credit Suisse (CS): il gruppo bancario zurighese che anni or sono aveva inglobato la luganese BSI sta agendo a tutto campo per sfruttare la situazione creatasi con la crisi del secondo istituto elvetico.
Dei circa 50 gestori reclutati da EFG nel primo trimestre, il 30-40% proveniva dal Credit Suisse: «e ne arriveranno altri», afferma il presidente del consiglio di amministrazione Alexander Classen in un'intervista pubblicata sul sito di Le Temps.
Secondo il manager ginevrino, che ha diretto la filiale elvetica di HSBC Private Bank tra il 2018 e il 2022, «c'è ancora una finestra aperta per un mese al massimo», dopodiché le «migliaia di dipendenti di qualità» di Credit Suisse «dovranno certamente prendere una decisione sul loro futuro».
EFG aveva fissato l'obiettivo di assumere fino a 70 gestori nel corso dell'anno, ma questo traguardo sarà probabilmente superato grazie a «un'opportunità che non si ripeterà presto». La scorsa settimana la banca privata ha annunciato l'arrivo di due ex dipendenti CS specializzati in clienti indiani non residenti, ricorda il quotidiano romando.
Per distinguersi da altri potenziali datori di lavoro e attirare i consulenti di Credit Suisse scossi dal tracollo della loro società EFG punta sulla flessibilità che le conferiscono le sue dimensioni ridotte e sul suo modello di affari, che concede una certa autonomia ai suoi gestori patrimoniali.
«I grandi gruppi spesso si attengono alle decisioni di preventivo adottate l'anno precedente, mentre noi siamo aperti ad assumere impegni strategici se si presentano delle opportunità», afferma Classen. EFG si è data una nuova tabella di marcia triennale che mira a una crescita annuale del 4-6% degli attivi in gestione in gestione e a un miglioramento del rapporto costi-ricavi al 69%, dall'attuale 75%.