Il capo del DATEC difende i sei progetti in votazione il prossimo 24 novembre. Se respinti, in bilico anche quelli di Zurigo e Ticino
ZURIGO - Un no all'ampliamento autostradale implicherebbe un cambiamento di rotta importante, anche in futuro. A sostenerlo è Albert Rösti, ministro dei trasporti, che sulle pagine della Sonntagszeitung spiega le ragioni secondo cui la popolazione dovrebbe approvare i sei progetti tesi ad adeguare l'asse autostradale alle esigenze di mobilità e dell'economia. Ragioni che tuttavia non sembrano incontrare l'approvazione del popolo. Secondo gli ultimi sondaggi domenica prossima i cittadini potrebbero infatti respingerli. «Un no - afferma Rösti - rappresenterebbe la fine dell'ampliamento autostradale: bisognerà dire a cantoni come Zurigo o Ticino che i loro progetti in preparazione saranno più complicati da realizzare».
Secondo il capo del Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni (DATEC) i vantaggi di un ampliamento autostradale prevalgono sugli svantaggi. «Tutti ne beneficeranno. Anche chi non ha un'auto», facendo riferimento al trasporto merci. «Ogni prodotto, dal cioccolato all'acqua minerale, viene trasportato più volte su camion prima di arrivare sugli scaffali dei negozi». E specifica. «Pensate ai camionisti che rimangono bloccati ogni giorno e ai costi per tutte le operazioni di trasporto nel complesso. All'avvio e in frenata, un camion consuma ben due litri di gasolio, a seconda delle dimensioni». Senza tralasciare gli ingorghi: «In tutta la Svizzera - sottolinea - raggiungono le 48mila ore all'anno. Come Ministro dei Trasporti, non posso permettermi di dire che va bene così. Sono un disastro per me e soprattutto per tutti coloro che dipendono da una rete autostradale funzionante».
«Effettivi positivi sul lungo termine» - E a chi sostiene che sul lungo termine gli effetti positivi spariranno, lasciando spazio a più traffico e più congestione, risponde: «Bisogna avere una visione più differenziata. Costruire una nuova strada è diverso dal suo semplice allargamento. Allargarla non significa che vi saranno più auto». Anche perché, prosegue, «non possiamo dire a tutti i pendolari di passare al treno», dato che il trasporto pubblico in Svizzera rappresenta solo il 21% circa. «Non abbiamo abbastanza capacità per farlo», malgrado siano previsti per i prossimi 20 anni investimenti nel trasporto pubblico pari a 27 miliardi di franchi. Ma ciò - evidenzia - non significa che dobbiamo trascurare l'automobile».
Ampliamento autostradale non significa più immigrazione - Rösti ritiene poi «essenziale» avere «un'infrastruttura funzionante per una buona convivenza del nostro Paese. Se imbocchiamo ora la strada sbagliata, rischiamo di trovarci tra qualche anno in una situazione simile a quella creata in Germania con la ferrovia». Per il consigliere federale, insomma, l'ampliamento autostradale non inciderà sull'aumento ulteriore della popolazione. «Lo vogliamo fare per gli svizzeri che vivono già qui. Il problema dell'immigrazione va risolto in altri modi. Il "no" all'ampliamento autostradale non la fermerà e gli ingorghi non spariranno di certo», dice.
Mette infine a tacere chi teme che questi progetti andranno a incidere sul prezzo del carburante: «Non dovrà essere aumentato», afferma. Nonostante settimana scorsa, il Dipartimento delle finanze di Karin Keller-Sutter abbia dimostrato il contrario. «I documenti sono stati interpretati in modo errato. La legge stabilisce che l'imposta sugli oli minerali debba essere aumentata solo qualora l'importo del fondo per il finanziamento delle autostrade dovesse scendere sotto i 500 milioni di franchi. Tuttavia, i nostri calcoli mostrano chiaramente che i fondi disponibili sono sufficienti per i sei progetti di ampliamento». Insomma, secondo Rösti «l'orizzonte temporale a cui si riferisce questa discussione è molto lontano e la questione di un possibile aumento dell'imposta sugli oli minerali è pura speculazione».
Per cosa si vota il 24 novembre
Il decreto federale sulla Fase di potenziamento 2023 delle strade nazionali, contro il quale è stato lanciato il referendum, comprende sei progetti. È previsto, per esempio, che l'A1 fra Berna-Wankdorf e Schönbühl (BE) passi da sei a otto corsie. A tale progetto si aggiunge l'allargamento a tre corsie per direzione dell'asse Le Vengeron (GE) - Coppet (VD) - Nyon (VD), per una lunghezza di 19 chilometri. Altri lavori sono previsti a Basilea (A2), Sciaffusa (A4) e San Gallo (A1): qui dovrebbero venir realizzate nuove gallerie o allargate quelle esistenti.