Siamo il Paese con la più alta concentrazione di produttori di birra in Europa ma qualcosa sta cambiando. Ecco perché
BERNA - Agli svizzeri la birra piace, non è un segreto, e non lo è nemmeno che ci piace anche farla.
Non è un caso che la Confederazione resta il Paese in Europa con il più alto numero di birrifici pro-capite (circa il triplo rispetto a Repubblica Ceca e Paesi Bassi). Per farci un'idea, nel 2021 c'erano 1'278 birrifici (fra artigianali, microbirrifici e non) un aumento esponenziale (nel 1991 ce n'erano solo 32) che non ha trovato freno nemmeno durante il Covid. Anzi.
Ora però, riporta la Nzz che ha potuto consultare gli ultimi dati dell'Ufficio federale delle dogane e della sicurezza dei confini (Udsc), che si occupa della riscossione delle tasse sulla birra, il fenomeno starebbe rientrando, e in maniera abbastanza netta.
Stando ai dati del 2022, infatti, la tendenza si sarebbe invertendo con la chiusura di circa un centinaio di birrifici (il totale in attività è di 1'179) nell'arco di un anno. Considerando che sul totale il 90% dei birrifici svizzeri sono microbirrifici artigianali e amatoriali che producono meno di 500 ettolitri l'anno, è facile immaginare che ad alzare bandiera bianca siano stati proprio gli hobbysti.
Il motivo? In realtà sono diversi ma riguardano soprattutto i costi, sempre più elevati, di materie prime e dell'energia. Da una parte c'è la guerra in Ucraina che ha fatto impennare il prezzo di malto e luppolo che è raddoppiato rispetto al periodo pre-conflitto. Dall'altra c'è l'inasprimento delle bollette dell'elettricità che - in una produzione come quella birraria, tradizionalmente assai energivora - risulta uno dei fattori di costo determinante.
Chi ha potuto sopperire aumentando i prezzi lo ha fatto (stando a Comparis, nell'ultimo anno in media la birra è più cara del 7,7%) e ha potuto anche aumentare la produzione (dopo la riapertura dei bar, chiusi per il lockdown). Cose, queste, particolarmente difficili per le piccole realtà come la ticinese Birra Bozz di cui abbiamo scritto proprio su tio.ch che hanno deciso di appendere - per così dire - gli alambicchi al chiodo.
Se, da una parte, è senz'altro un peccato secondo la Nzz «il calo dei birrifici potrebbe aprire la strada a una fase di leggero consolidamento» che premierà quindi le realtà più solide, «con un impatto minimo sulla varietà per il consumatore».