L'Associazione svizzera degli impiegati di banca critica UBS: «L'incertezza dei lavoratori aumenta. Venga fatta chiarezza».
ZURIGO -
L'Associazione svizzera degli impiegati di banca (ASIB) ha criticato oggi la comunicazione «a senso unico» di UBS sul completamento della fusione con Credit Suisse e il futuro piano sociale, mentre indiscrezioni su massicce soppressioni di impieghi continuano a crescere.
«L'incertezza e la frustrazione aumentano», dopo oltre tre mesi dall'annuncio del matrimonio forzato tra UBS e Credit Suisse, ha indicato l'ASIB in una nota, reagendo alle voci riportate dai media su futuri licenziamenti presso il gigante bancario.
Stando all'associazione, «la comunicazione a senso unico di UBS sulla finalizzazione (della fusione) e il piano sociale non ha veramente aiutato la fiducia« nei suoi confronti.
L'agenzia Bloomberg aveva affermato ieri sera, basandosi su fonte anonime, che oltre la metà della forza lavoro di Credit Suisse starebbe per perdere il proprio impiego. UBS avrebbe comunicato allo staff di attendersi tre round di tagli nel 2023, uno entro la fine di luglio e due a settembre e ottobre, soprattutto a Londra, New York e in alcune aree dell'Asia.
Dal canto suo, la Reuters ha affermato oggi che 7'000 impieghi sarebbero in bilico nella sola Zurigo, dove UBS potrebbe assorbire le attività elvetiche di Credit Suisse.
Dopo la loro fusione, i due gruppi bancari contano attualmente complessivamente circa 123'000 posti a livello mondiale, di cui 37'000 in Svizzera.
L'ASIB non ha voluto commentare queste informazioni, che non sono state confermate da UBS. Ma l'associazione degli impiegati di banca ha avvertito che «i cambiamenti importanti che interessano la piazza finanziaria rischiano di rimodellare la Svizzera». L'organizzazione si aspetta quindi che UBS informi entro fine agosto i partner sociali in modo dettagliato.