Alcuni ambienti europei stanno perdendo la pazienza con Berna, ha dichiarato Stefan Brupbacher
BERNA - Il direttore di Swissmem, Stefan Brupbacher, sta spingendo affinché la Svizzera trovi un accordo con l'Unione europea (UE), a nome dell'industria metalmeccanica, e avverte che quando si arriva al dunque, è l'UE ad avere il coltello dalla parte del manico.
In un'intervista pubblicata oggi dalla Neue Zürcher Zeitung, Brupbacher rileva che, sebbene l'UE abbia un'eccedenza di 20 miliardi di franchi di esportazioni verso la Svizzera, «noi guadagniamo 12'200 euro per abitante dalle esportazioni di beni verso l'UE, mentre quest'ultima solo 270. È più facile fare a meno di 270 euro che di 12'200».
Brupbacher, che è anche presidente dell'associazione europea delle industrie tecnologiche Orgalim, aggiunge che alcuni ambienti dell'UE stanno perdendo la pazienza nei confronti di Berna. Finora Bruxelles ha cercato di esercitare pressioni sul commercio in borsa, sulla ricerca e sull'approvazione dei prodotti.
«Ma se i colloqui falliscono di nuovo dopo tutti questi anni, c'è il rischio di un'escalation». Per Brupbacher, «senza un accesso privilegiato al mercato, senza forniture di elettricità sicure e senza una ricerca all'avanguardia collegata in rete a livello internazionale, non saremo in grado di mantenere la nostra prosperità a lungo termine».
Anche la politica svizzera di neutralità nei confronti dell'Ucraina non ha aiutato la Svizzera e ha suscitato incomprensione, soprattutto nell'Europa dell'Est, prosegue Brupbacher, aggiungendo che «oggi ogni Stato deve chiedersi se le sue società di armi e di sicurezza siano ancora affidabili». A suo avviso, le norme svizzere mettono in discussione questa affidabilità.