Il rischio è di perdere terreno, ha detto Christoph Mäder presidente di economiesuisse durante l'incontro a Zurigo.
ZURIGO - Nonostante il periodo precario, l’economia elvetica si conferma ai vertici in numerosi settori. Ma non è una motivazione valida per rimanere fermi. «Restare immobili significa perdere terreno», ha affermato Christoph Mäder, presidente da federazione delle imprese svizzere Economiesuisse, nel suo intervento alla giornata dell'economia, incontro annuale dell'associazione svoltosi oggi a Zurigo.
Guardando sul lungo periodo, economiesuisse si auspica infatti coraggio e volontà di riforma. «Abbiamo bisogno, a Berna, di personalità politiche che si rimbocchino le maniche e affrontino con entusiasmo le riforme», ha aggiunto Mäder, facendo riferimento alle incombenti elezioni federali.
Al di fuori dei confini elvetici, chiede che vengano stipulati nuovi accordi bilaterali con l'Ue. Sul fronte della politica interna, condizioni quadro favorevoli per un'economia di mercato definita liberale e sostenibile. La Svizzera deve inoltre opporsi alle politiche industriali in auge a livello internazionale. «Siamo convinti che non sia la promozione di alcuni settori, bensì la concorrenza a consentire l'innovazione», ha osservato Mäder.
Quattro presidenti, copresidenti o vicepresidenti dei principali partiti svizzeri - Thomas Aeschi per l'UDC, Mattea Meyer per il PS, Thierry Burkart per il PLR e Gerhard Pfister per il Centro - hanno poi partecipato a un dibattito in cui sono stati affrontati i temi della prossima legislatura. Un saluto a distanza è giunto dal presidente della Confederazione Alain Berset.
Economiesuisse è un'entità che comprende 100 associazioni di categoria, 20 camere di commercio cantonali, nonché diverse aziende individuali. Afferma di rappresentare 100'000 imprese di ogni dimensione, che hanno un organico complessivo di 2 milioni di dipendenti in Svizzera, e si prefigge l'obiettivo di costruire ponti tra ambienti economici, politica e società.