Soprattutto rispetto al boom causato dalla guerra in Ucraina.
ZURIGO - Il prezzo del pellet è tornato a stabilizzarsi, dopo i forti aumenti seguiti all'intervento della Russia in Ucraina nel febbraio 2022. La tendenza è comunque al rialzo e molto dipenderà dalle temperature invernali, emerge da un'inchiesta dell'agenzia Awp.
Una tonnellata di pellet valeva poco meno di 500 franchi in ottobre, secondo i dati di Prixpellets.ch, che centralizza le tariffe di 25 fornitori elvetici. Si tratta di un valore superiore ai 460 franchi di giugno, ma notevolmente inferiore al picco di 666 franchi raggiunto nel novembre 2022. A titolo di confronto, il prezzo era di 337 franchi nel novembre 2021.
"Dopo lo scoppio della guerra in Ucraina le sanzioni contro la Russia e la Bielorussia hanno privato il mercato europeo di 2,5 milioni di tonnellate di pellet industriale", spiega all'Awp Andreas Flütsch, direttore generale di Migrol. È stato necessario riorganizzare il flusso di merci e acquistare quantità su altri mercati, con conseguente aumento dei prezzi. Anche il fatto che le capacità di produzione e di stoccaggio in Svizzera siano limitate ha fatto lievitare le tariffe.
Sul mercato del cippato, il fattore decisivo è la disponibilità di scorte di segatura all'inizio dell'inverno. La produzione è più difficile nella stagione fredda, perché il contenuto di umidità della materia prima richiede più energia. Non è quindi economicamente conveniente e non può soddisfare la domanda.
Ora gli sguardi si spostano sulla meteo: la domanda dipenderà infatti molto da quanto farà freddo nei prossimi mesi.