Sono preoccupate le Pmi del settore Mem. Le aziende sono ancora alle prese con il franco forte.
BERNA - Le piccole e medie imprese (PMI) attive nell'industria delle macchine, elettrotecnica e metallurgica (MEM) continuano a guardare con apprensione al futuro: l'indice del clima del ramo si è attestato nel primo trimestre (gennaio) a -28 punti, rimanendo sullo stesso livello dei tre mesi precedenti.
Si conferma così il valore più basso da gennaio 2021, quando era stato registrato -39, emerge dalla documentazione diffusa oggi dall'associazione di categoria Swissmechanic. Era poi partita una ripresa che aveva portato l'indicatore a +34 nel gennaio 2022, per poi avviare una fase di calo.
«Le industrie MEM sono ancora alle prese con il franco forte e la carenza di ordini, che a loro volta provocano un calo delle vendite e una pressione sui margini», si legge in un comunicato. La situazione economica del settore rimane difficile: non è solo nell'Eurozona (in particolare in Germania) che mancano i fattori di crescita, anche la Cina continua a rimanere indietro rispetto allo slancio degli anni precedenti.
La maggiore solidità dell'economia statunitense sta dando un po' di sollievo, anche se la crescita nel 2024 sarà leggermente inferiore a quella del 2023. Si prevede che la ripresa della domanda di investimenti in attrezzature nel corso dell'anno sosterrà il settore. In generale la situazione dovrebbe migliorare nella seconda metà dell'anno, ritiene Swissmechanic.
Fondata nel 1939 durante l'esposizione nazionale di Zurigo - quella della cosiddetta "difesa spirituale", in un'Europa che stava entrando in guerra e con una Svizzera che cercava di smarcarsi dai vicini - l'associazione Swissmechanic rappresenta oggi 1400 imprese del ramo, che occupano oltre 65'000 dipendenti e generano un fatturato annuo di circa 15 miliardi di franchi.