Tra gennaio e marzo le importazioni si sono attestate in calo dello 0,8%, mentre le importazioni dell'1,9%.
BERNA - Commercio estero svizzero in calo nel primo trimestre del 2024. In termini destagionalizzati e rispetto agli ultimi tre mesi del 2023, le esportazioni sono diminuite dello 0,8% mentre le importazioni sono scese dell'1,9%.
Stando alle cifre pubblicate oggi dall'Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (UDSC), la bilancia commerciale ha segnato un'eccedenza di 8,6 miliardi di franchi, un dato leggermente migliore rispetto all'ultimo trimestre dello scorso anno (8,1 miliardi).
Nel solo mese di marzo, l'export è sceso a 21,06 miliardi di franchi, con un calo destagionalizzato dello 0,6% su base mensile e dell'1,7% in termini reali (cioè corrette dell'effetto dei prezzi). Le importazioni, pari a 18,2 miliardi, sono diminuite rispettivamente del 3,3% e del 2,3%.
Nei primi tre mesi dell'anno, le spedizioni all'estero hanno subito una leggera contrazione (-0,8%), come nel trimestre precedente. In termini reali, tuttavia, le esportazioni sono aumentate leggermente (+0,6%). Ben lontani i numeri record segnati nel terzo trimestre del 2022: da allora, le esportazioni hanno registrato una tendenza chiaramente negativa.
Nel periodo in esame, ad aver sofferto particolarmente sono stati il settore del lusso, con le esportazioni di gioielli e orologi in calo rispettivamente del 3,8% e 3,6%, e gli strumenti di precisione (-4,1%). Nel complesso, questi tre segmenti hanno registrato una diminuzione degli export pari a 677 milioni.
Il settore dei macchinari e dell'elettronica ha subito la quarta battuta d'arresto trimestrale consecutiva (-0,7%), mentre in ambito chimico e farmaceutico le vendite all'estero di principi attivi sono diminuite di 3,9 miliardi (-81,1%), registrando il terzo calo trimestrale consecutivo. Al contrario, le spedizioni di materie prime e di base sono aumentate di 1,5 miliardi, pari al 26,3%.
Le spedizioni in Asia sono diminuite dell'1,9%, con in particolare il crollo della domanda a Singapore. Le esportazioni in Europa sono rimaste pressoché stabili: da un lato vi è da notare l'aumento della domanda giunto dalla Slovenia (+14%), dall'altro le battute d'arresto denotate in Austria (-34%), Spagna (-24%) e Italia (-6,3%). Un maggiore interesse per i prodotti elvetici lo hanno mostrato gli Stati Uniti, dove gli export sono addirittura saliti del 2,8%.
Gli import destagionalizzati, come detto, sono diminuiti dell'1,9% (in termini reali -0,2%). Un calo riconducibile in particolare alle minori importazioni di prodotti chimici e farmaceutici. Nel periodo in esame quelle di medicinali sono scese di 1,3 miliardi, pari al 12,3% sull'arco trimestrale. D'altro canto, gioielli e veicoli, in particolare quelli commerciali, hanno registrato un aumento.
Dall'Europa i prodotti importati hanno segnato una flessione del 2,7%, mentre quelli dall'Asia hanno ristagnato. Al contrario, gli arrivi dal Nord America sono aumentati del 3,2%, con un'impennata del 5,5% per quanto riguarda gli Stati Uniti. Da notare che le importazioni da Singapore sono aumentate di 433 milioni, mentre quelle giunte dalla Corea del Sud sono diminuite di 287 milioni.
Le importazioni dalla Russia sono state pari a 5 milioni di cui 2 milioni (37 chilogrammi) derivanti da consegne di oro di origine russa dal Regno Unito. «Tali spedizioni soddisfacevano le condizioni applicabili al momento dell'importazione», assicura l'UDSC. Le esportazioni verso la Russia hanno invece raggiunto un valore pari a 161 milioni, di cui 130 riconducibili al settore chimico-farmaceutico.