Lo dice uno studio realizzato dall'osservatorio O-De dell'Usi, che utilizza un nuovo metro di misura
CANTONE - Il Ticino è uno dei cantoni più competitivi in Svizzera. Il quinto in classifica dopo Zurigo, Zugo, Ginevra e Basilea-città. Lo dice il rapporto annuale pubblicato oggi dall'O-De, l'osservatorio delle dinamiche economiche dell'Usi, che ha analizzato la «complessità economica» dei singoli cantoni.
L'indagine ha utilizzato per la prima volta un nuovo parametro di misurazione, l'Indice di complessità economica (Ice) ideato da ricercatori del Mit di Boston e dell'università di Harvard. «Una scelta data dalle recenti evoluzioni a livello globale - si legge in una nota diffusa oggi dall'O-De - che stanno trasformando le condizioni quadro necessarie a un territorio per essere definito competitivo».
Nel periodo osservato (l'anno 2017) i ricercatori dell'O-De hanno riscontrato in Ticino «una complessità elevata» e «un buon bilanciamento tra il numero di settori produttivi in cui il Cantone è specializzato, rispetto alla struttura produttiva della Confederazione, e la specificità di questi settori».
I punti di forza del Ticino sono il capitale umano (un terzo della popolazione è laureata), la densità di lavoratori del terziario avanzato e la capacità di fare rete tra aziende. Buona anche la vivacità imprenditoriale, con un saldo di oltre 2'000 imprese create ogni anno dal 2013 al 2016 al netto dei fallimenti, e un alto tasso di crescita delle aziende esistenti.
Non mancano però i punti deboli: a cominciare dalla specificità dei settori produttivi. Se Basilea punta sul chimico-farmaceutico, e Zurigo sul terziario avanzato (finanza-informazione) il Ticino «registra le specificità più marcate per costruzioni, beni di consumo e commercio, officine e riparazioni». Altre voci dolenti sono la scarsa densità di lavoratori nel comparto hi-tech, e la produttività del lavoro: 80 franchi per ora lavorata in Ticino, contro una media svizzera di 84 franchi nel 2016.