La band ha pubblicato la prima parte di una trilogia che dovrebbe essere completata all'inizio dell'estate 2021
BELLINZONA - S'intitola "Al prim gott" ed è il primo EP a firma Nostran. Sarà il primo capitolo di una trilogia, ci spiega il chitarrista Donat Walder che, insieme a Igor "Ul Pescia" Pesciallo (voce), Lorenzo Barenco (chitarra), Mila Merker (basso) e Daiv Pucci (batteria) compone la band.
Come si sviluppa questo progetto?
«Abbiamo pubblicato digitalmente i primi sei brani, tra i quali c'è il nostro primo singolo "Le Maldive di Milano". Una seconda uscita è prevista l'inizio del 2021 mentre il terzo e conclusivo EP dovrebbe vedere la luce prima dell'estate, all'incirca. A quel punto valuteremo di stampare un Cd con le 18 canzoni, dedicato a quei pochi nostalgici del supporto fisico, come lo siamo noi».
Cosa vi manca del Cd?
«Il piacere di tenere in mano l'oggetto fisico, ad esempio. Ma anche il non avere più il libretto dei testi... Se lo faremo sarà per soddisfare quelle poche centinaia di appassionati che ancora sono interessati».
Sarà un disco da 18 tracce, piuttosto notevole...
«Eh sì, bisogna vedere se ci stanno! (ride, ndr)».
Quale credi che sia il pezzo di punta di questo primo EP?
«Non ne saprei scegliere uno, lasciamo che sia il pubblico a decidere. Abbiamo cercato di proporre brani piuttosto diversi l'uno dall'altro, sempre mantenendo una certa omogeneità di genere ovviamente. C'è il pezzo estivo, ovvero "Le Maldive di Milano", mentre con "Nono Pin" abbiamo mostrato un'altra faccia, un po' più dura e metal, per far vedere a chi ci conosce che non abbiamo mollato».
C'è anche una canzone speciale, che è "La fermata".
«Ci è stata chiesta da Fabrizio Casati come sigla dell'omonima trasmissione di Rete Uno. Avrà grazie a ciò una bella visibilità radiofonica, al contrario di un altro brano che si chiama "Üsel" e che non ce lo passeranno mai, vista l'ambiguità del testo (ride, ndr)».
Saranno pezzi indirizzati alle radio ma anche ai social, vero?
«Sì, ognuno avrà il suo videoclip. Alcuni saranno semplici, altri più elaborati. È il vantaggio dei social: una volta i video erano sostanzialmente inutili a livello locale, perché nessuno li avrebbe trasmessi. Oggi lo metti su YouTube e ti puoi promuovere in maniera efficace e con costi bassi, se - come noi - ti dedichi all'autoproduzione».
Quanto conta l'aspetto visivo nel successo di un brano?
«Molto. Abbiamo pubblicato "Nono Pin" solo come audio ed è passata inosservata, mentre grazie al videoclip siamo riusciti a suscitare un interesse maggiore».
La pandemia vi ha ostacolato nella produzione di questo lavoro?
«Siamo partiti quando la fase peggiore primaverile era stata messa piuttosto alle spalle. Il sapere che non ci sarebbero comunque stati concerti è stato un peccato, ma ci ha permesso di concentrarci sulla produzione».
Ci sarà un concerto di presentazione?
«Non è previsto al momento. Abbiamo visto che qualcuno è tornato a fare concerti - ed è importantissimo, specialmente per chi vive di musica. Noi, che lo facciamo solo per piacere e divertimento, preferiamo aspettare tempi migliori».