“It's Not About Being Good” è un ritorno a tutto rock per i fratelli locarnesi Ivan e Gabriel Broggini
LOCARNO - Luci spente, palchi bui, amplificatori muti. Con la pandemia i live si sono (più o meno) fermati. Ma non la musica, quella ha continuato a ribollire e nascere, malgrado tutto.
E un po' la storia delle quattro tracce di “It's Not About Being Good”, Ep pubblicato di recente dai locarnesi Sinplus, formati dai fratelli Ivan e Gabriel Broggini che ce l'hanno raccontato.
Come l'ultimo "Escape" anche questo EP mi sembra bello carico e a tutto rock. Come mai questa scelta?
Hai ragione, con “Escape” abbiamo iniziato un nuovo corso….e finalmente direi. Siamo tornati a fare la musica che ci piace di più. Meno cervello e più cuore.
Malgrado alcuni risultati raggiunti, negli ultimi anni c’eravamo un po’ persi…soprattutto a livello di produzione e direzione musicale.
Da un lato c’è il mercato che ti porta a fare qualche compromesso di troppo, ma il vero problema è che quando sei compositore, esecutore e produttore, è molto facile cadere in qualche tranello…come nel calcio…non si può essere allenatore, giocatore e arbitro.
Come dice il titolo dell’EP, non si tratta di essere bravi o più bravi, ma di essere sé stessi, autentici, il più possibile.
Ci sento anche tantissimo sound "eighties", dai Depeche Mode ai Joy Division...
Innanzitutto questa considerazione ci fa super piacere. I Joy Division ci piacciono un sacco…hanno segnato un punto svolta per la musica che ci piace. Gli stessi Depeche, gli U2, i The Cure, i Nirvana o addirittura i Metallica hanno preso un sacco d’ispirazione da loro.
La musica di oggi è figlia della musica del passato. È per quello che ultimamente ascoltiamo un sacco di musica “vecchia”, e continuiamo a scoprire cose incredibili. Per quanto ci riguarda poi, siamo sempre stati dei fanatici del rock nelle sue varie forme e della new wave.
Mi raccontate un po' come è stato concepito? Lo avete registrato anche questo negli States?
Tra i vari cambiamenti dell’ultimo anno, abbiamo modificato anche il sistema di composizione e produzione. Il tutto è stato creato jammando tra di noi, senza troppi calcoli, lasciando fluire la musica nella sua forma più pura.
Abbiamo allestito un piccolo studio di registrazione in casa e ci siamo semplicemente divertiti suonando, soprattutto di notte... ringraziamo i vicini per la pazienza (ride).
Negli anni ci siamo accorti che puoi registrare in studi super professionali, ma alla fine quello che conta sono la composizione, l’energia, e il feeling.
Come mai la scelta di un EP?
In teoria in novembre volevamo fare uscire un album, anche perché è già finito…ma tutti ce l’hanno sconsigliato. Avevamo però un bisogno nostro di pubblicare qualcosa e abbiamo trovato questa soluzione.
Il bello è che il giorno della release abbiamo scoperto di essere stati inseriti in una delle playlist rock più importanti di Spotify, “All New Rock”, assieme a gente come Liam Gallagher, Billie Joe dei Green Day, eccetera... Una bella soddisfazione: dalla piccola Losone non è niente male!
Mi ha colpito molto il pezzo “Van Gogh”, per il titolo e il testo, c'è qualche curiosità legata a questo brano?
Van Gogh è un pezzo molto speciale per noi. È una sorta di dedica a una persona che non c’è più. La vita passa troppo veloce, e ti rendi conto che devi riuscire a stare bene nella tua pelle, in quello che fai e soprattutto con le persone a cui voi bene.
Abbiamo affidato la parte di batteria a Mark Schulman, batterista di P!nk, che ha collaborato anche con Billy Idol e i Simple Minds.
Solitamente produciamo il groove via midi o alla buona suonato da noi, poi glielo inviamo e lui lo registra nel suo studio a Los Angeles.
Il pezzo di riferimento che gli abbiamo dato era una canzone dei Simple Minds e, ridendo, ci ha detto pacatamente che era lui ad averla registrata!
Fra le tracce c'è anche un (pregevole) assolo di chitarra di Ivan, com'è stato per lui/voi riportare le chitarre (ancora di più) in primo piano in questa serie di nuovi brani?
I nostri “strumenti” principali sono voce e chitarra. Semplicemente abbiamo cercato di sfruttare meglio le nostre qualità. Ivan è sempre stato ed è un bravissimo chitarrista, a 15 anni faceva già degli assoli incredibili. È raro trovare chitarristi così. Questa nuova direzione ha bisogno di chitarra…ed è solo l’inizio!
Domanda, purtroppo classica, da musicisti come state vivendo l'emergenza pandemia?
Il nostro settore, e più i generale quello artistico, sta subendo un duro colpo dalla pandemia. Purtroppo troppa gente non si rende conto che l’arte è fondamentale e che va sostenuta in ogni modo. Abbiamo un sacco di amici che hanno dovuto trovare soluzioni alternative, cambiare lavoro….ma non è sempre facile.
Basti pensare a tutti i tecnici audio, luci, studi di registrazione, i service, i servizi di booking e i promoter stessi…chi li aiuta veramente?
Inoltre come sempre sono le piccole realtà che subiscono più di tutti. Per questo mandiamo un abbraccio virtuale a tutto il settore, indiscriminatamente.
Pensate che la musica, soprattutto live, saprà riprendersi da questo momento difficile?
La musica DEVE riprendersi…soprattutto quella live. Magari sarà anche un’occasione per resettare qualche priorità…il sistema musica aveva anche bisogno di una scossa da un certo lato.
Noi aspettiamo con ansia il 2021….stiamo preparando il tour per l’uscita dell’album a fine marzo, i live iniziano a mancarci e speriamo proprio di non dover più rimandare.