L'ambientalista svedese ha approfittato dell'occasione per criticare l'industria della moda.
«Non compro vestiti da tre anni», ha assicurato. E sulla sua opera di sensibilizzazione ammette: «A volte mi sento come un disco rotto».
STOCCOLMA - Meno presente sui media rispetto al 2019, anno che ha sancito la sua popolarità, Greta Thunberg è tornata in grande stile sulla stampa. Vogue Scandinavia le ha infatti dedicato la copertina del suo primo numero e l'ambientalista svedese ha sfruttato l'occasione per criticare l'impatto ambientale dell'industria della moda.
«L'industria della moda contribuisce enormemente all'emergenza climatica ed ecologica, per non parlare del suo impatto su innumerevoli lavoratori e comunità che vengono sfruttati in tutto il mondo perché alcuni godano della moda veloce che tanti trattano come usa e getta», ha scritto la 18enne su Twitter condividendo la foto della prima pagina (vedi più sotto), in cui la si vede seduta in un bosco avvolta da un ampio trench mentre accarezza un cavallo, la sua grande passione.
«Molti vogliono far credere che l'industria della moda stia iniziando a diventare più responsabile, investendo molta fantasia in campagne che li ritraggono come "sostenibili", "etici", "verdi", "neutrali dal punto di vista climatico" ed "equi", ma siamo chiari: questo non è quasi mai altro che puro ecologismo di facciata - ha continuato Thunberg -. Non si può fare produzione di massa della moda o consumare "in modo sostenibile" per come è strutturato oggi il mondo. Questa è una delle molte ragioni per le quali avremo bisogno di un cambio di sistema».
Nell'articolo di Vogue Scandinavia a lei dedicato, l'ambientalista assicura che l'ultima volta che ha comprato un indumento nuovo «è stato tre anni fa ed era di seconda mano»: «Ora prendo solo cose in prestito da persone che conosco», afferma. La 18enne dice però di comprendere che «per alcune persone la moda sia una parte importante di come vogliono esprimersi e della loro identità». Tuttavia, «se si compra moda veloce si contribuisce a quel settore e li si incoraggia a espandersi e a continuare il loro dannoso processo».
Per il resto, sulla rivista di moda la 18enne si esprime a tutto tondo sulla sua esperienza di attivista e co-iniziatrice del movimento globale contro il cambiamento climatico dei "Fridays for Future". «A volte mi sento come un disco rotto che continua a ripetere le stesse cose», ammette ridendo. «Può diventare un po' ripetitivo, ma è solo un segno che la gente non sta ascoltando davvero quindi dobbiamo ripetere i messaggi finché non arriva alla gente», aggiunge.
Non è senz'altro la prima volta che Greta Thunberg conquista la copertina di una rivista. Quella più iconica è forse quella di Time, che nel 2019 l'ha nominata "Persona dell'anno".
The fashion industry is a huge contributor to the climate-and ecological emergency, not to mention its impact on the countless workers and communities who are being exploited around the world in order for some to enjoy fast fashion that many treat as disposables. 1/3 pic.twitter.com/pZirCE1uci
— Greta Thunberg (@GretaThunberg) August 8, 2021