È il giorno di "McCartney III", il disco del lockdown del 78enne
LONDRA - Poche ore fa Paul McCartney ha pubblicato il suo ultimo album, "McCartney III".
L'ex Beatle ha ripetuto un'operazione già compiuta due volte in passato: suonare ogni strumento e incidere l'intero disco da solo. Fu così per il suo debutto solista "McCartney" (sono già passati 50 anni) e per "McCartney II" un decennio esatto dopo. È il disco del lockdown per il 78enne, che ha curato ogni dettaglio della realizzazione e ha sfornato un lavoro che richiama (e aggiorna) vari spunti della sua ricca produzione personale. Sia dal lato sonoro che da quello delle tematiche, con una predilezione per gli argomenti campestri e pastorali come in "The Kiss of Venus" e "Winter Bird / When Winter Comes", due splendidi brani acustici (l'ultimo dei quali efficace metafora del lockdown).
Il piglio di McCartney è inconfondibile anche quando imbraccia la chitarra elettrica ma è nel lato "rilassato" che si sentono le cose migliori di "McCartney III". Non c'è l'ambizione di "New" ed "Egypt Station", ma c'è molta spontaneità e una maestria che si conferma nonostante il passare degli anni. In definitiva è un gran buon disco, considerando lo spirito con il quale è stato registrato da parte di McCartney - senza l'urgenza di fare un capolavoro, ma di esprimersi durante un contesto terribile come quello della pandemia.