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BELLINZONAI Nomadi ritornano a Bellinzona: «Non fuggiamo mai dagli abbracci delle persone»

08.06.22 - 06:00
Festival Park prende il via giovedì con la leggendaria band italiana
IMAGO / Pacific Press Agency
I Nomadi in concerto.
I Nomadi in concerto.
I Nomadi ritornano a Bellinzona: «Non fuggiamo mai dagli abbracci delle persone»
Festival Park prende il via giovedì con la leggendaria band italiana

BELLINZONA - I Nomadi sono un caposaldo della musica italiana. Nel corso di quasi 60 anni di carriera hanno inciso centinaia di canzoni e tenuto migliaia di concerti, ma per i fan ogni volta è come la prima, con lo stesso carico di emozioni. Sarà sicuramente lo stesso anche questa volta a Bellinzona: saranno loro a dare il via a Festival Park al Parco urbano di via Chiesa.

Per l'occasione abbiamo intervistato Beppe Carletti, tastierista e unico membro della formazione originale che iniziò a calcare i palcoscenici italiani nel 1963.

Che rapporto hanno i Nomadi con il Ticino? Questa non è affatto la vostra prima volta qui...
«Non è la prima e spero che non sia l'ultima! (ride, ndr) Abbiamo un bel rapporto con il Ticino, tutte le volte che ci siamo stati è stato bello. Abbiamo incontrato persone che ci seguono e ci vogliono bene. Mi ricordo proprio di un concerto a Bellinzona, nel 1993. Partecipammo dopo la scomparsa di Augusto (Daolio, lo storico frontman, morto nell'ottobre del 1992, ndr) e per noi fu una grande sorpresa: la gente ci accolse in un modo meraviglioso. È stato bello, ma ancora di più: incoraggiante».

Fu come un abbraccio, quello del pubblico ticinese, dopo la grande tragedia che vi colpì?
«Proprio così. Quella volta a Bellinzona mi è rimasta nella memoria proprio a causa della disgrazia e della successiva ripartenza. Spero che sia di buon auspicio, per un prosieguo lungo ancora tanti anni».

Tra l'altro suonerete in una splendida location, nel verde e con i Castelli patrimonio Unesco sullo sfondo...
«Ci sarà anche il piacere della vista, che è molto importante. Anche l'occhio vuole la sua parte. Mi auguro veramente che ci sia una buona partecipazione. Noi, come sempre, cercheremo di dare il massimo per accogliere tutti in un grande abbraccio - con la nostra musica».

Siete tornati a pienissimo regime con l'attività dal vivo: come sta rispondendo il pubblico?
«Proprio alla grande. C'è voglia da parte delle persone di ascoltare musica, muoversi, saltare... Gli ultimi due anni sono stati incredibili e impensabili. Adesso c'è lo sfogo naturale e fa piacere vedere i sorrisi delle persone. Il pubblico ha tanta voglia di cantare, divertirsi e questo dà la carica anche a noi che siamo sul palco».

Il pubblico dei Nomadi è una grandissima famiglia: quanto avete sofferto il distacco nei due anni di pandemia?
«Ci è mancato, e tanto. Siamo abituati a stare in mezzo al pubblico, non fuggiamo mai dagli abbracci delle persone. Le prime esibizioni che abbiamo fatto quest'anno sono state veramente incredibili. Sarà sicuramente così anche a Bellinzona».

Cosa andrete a pescare, in una carriera lunga quasi 60 anni?
«Toccheremo tutti i vari momenti della nostra storia. Le canzoni incise sono 360, chiaramente non potremo farle tutte. Ma ci saranno i momenti dell'espressione dei Nomadi nei vari decenni: da quelli con Guccini a "Io vagabondo", "Un pugno di sabbia". Cercheremo di coinvolgere e fare contenti tutti». 

Ci sarà spazio anche per qualche "chicca"?
«Ci saranno anche brani meno conosciuto, ma che fanno parte della nostra storia. Qualcuno si chiederà: "Che canzone è questa?". Ma è giusto far conoscere anche brani che si possono prestare benissimo all'ascolto e far riflettere».

Senza dimenticare, immagino, i brani dell'ultimo album...
«Beh sicuramente, ci saranno anche quelle! D'altronde fare 29-30 pezzi è un po' un problema, in mezzo a una discografia sterminata come la nostra!».

Come fate a rapportarvi continuamente con un pubblico che cambia e che ha visto il susseguirsi di varie generazioni? Qual è il segreto per restare sempre attuali?
«Abbiamo un repertorio incredibile di canzoni autentiche: non sono mai state delle grandi hit, ma ci siamo sempre stati e sono ancora attuali. Purtroppo, aggiungo. Non siamo i più bravi, assolutamente no, ma le nostre canzoni rappresentano la realtà. Chi ascolta "Dio è morto" pensa che sia stata scritta stamattina...».

Il che vi rende dei classici...
«Gli argomenti sono la nostra forza. E l'essere sinceri. Il nostro segreto? Non avere dei segreti».

La serata di giovedì - Festival Park aprirà i battenti già alle 18, con l'offerta gastronomica dei vari Food Truck. Il sottofondo musicale sarà garantito da Andrea Tritelli, Mr. ATJ in persona. Dopodiché, alle 21, spazio all'epopea in musica dei Nomadi.

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