Atmosfere futuristiche che si sposano alla scelta della musicassetta e a un videoclip retrò per Flavio Calaon
LUGANO - Le atmosfere cinematiche di "Gate 166" si sono allargate fino a trovare nuove strade e a coinvolgere altri artisti. Il mondo concepito dal musicista ticinese Flavio Calaon si è concretizzato in un futuro dal sapore vintage: futuristico il mood sonoro, con il sintetizzatore che si fa strada e domina la composizione; retrò invece l'approccio del videoclip, diretto da Alan Koprivec, e la scelta del supporto fisico (la cara, vecchia musicassetta).
Lugano, location del videoclip, diventa nell'interpretazione del regista e videomaker un luogo vago, straniante (ma non spaventoso), una città persa in una notte squarciata da bagliori di luce e graffi dei sintetizzatori. Al video hanno partecipato Chiara Gallo, Stefano Ghislieri e Alan Koprivec, oltre ovviamente allo stesso Calaon.
Piccolo gioiellino da collezionisti, invece, l'audiocassetta - realizzata in 50 copie numerate dall'etichetta luganese Acque Luride che ne ha curato grafica e assemblaggio - con il brano originale sul lato A e sul retro il remix di Ereb0s (ovvero Uros Denic), che ri-orienta il synthwave dell'originale verso territori French touch/house.