Il coordinatore dell'MPS Giuseppe Sergi sui tagli annunciati dalla ditta a Quartino
QUARTINO - Ancora una volta il capitalismo mostra il suo volto reale, la sua logica tutta tesa alla valorizzazione del capitale. Così, dopo le notizie in provenienza dalla Mikron, anche un’altra delle aziende pronte ad essere beneficate dalla riforma fiscale voluta da Vitta e soci, ha annunciato la soppressione di parecchi posti di lavoro. Si tratta di una trentina di posti che verranno soppressi nel quadro della chiusura della sede di Quartino che occupa una sessantina di lavoratori.
Eppure Schindler gode di ottima salute, sia in termini congiunturali che strutturali. Basti ricordare che, ancora lo scorso primo maggio, alla fine del primo trimestre, l’azienda annunciata di aver “iniziato il 2019 registrando una crescita solida. Nel primo trimestre i nuovi ordini sono aumentati del 5,2% totalizzando 2968 milioni di CHF (+6,4% in valute locali) e consentendo così all’azienda di consolidare la sua posizione sul mercato”. Tutti gli altri indicatori erano in perfetta linea (e in crescita nell’ordine del 10%) con quelli realizzati l’anno precedente”. E poi eccola, alla fine del terzo trimestre del corrente anno, annunciare un profitto netto cumulato, sui primi tre trimestri del 2019, pari a 657 milioni di franchi (quasi un miliardo l’utile lordo).
Un risultato brillante per un’azienda attiva a livello mondiale, che ha cumulato negli ultimi anni un’enorme massa di profitti (dell’ordine di alcuni miliardi). Prova ne sia che il valore dell’azione in borsa è più che raddoppiato negli ultimi cinque anni.
Eppure al momento di fare qualche sacrificio, non sono gli azionisti a doverlo sopportare, ma i lavoratori e le lavoratrici che vedono saltare posti di lavoro in nome di ristrutturazioni aziendali che hanno come unico obiettivo mantenere una profittabilità estrema per gli azionisti.
Per il Cantone si tratta di un’altra perdita di posti di lavoro preziosi che, sicuramente, saranno rimpiazzati da posti di lavoro precari e mal pagati, offerti da imprese che la politica fiscale del governo attira come mosche. Pronte, una volta fatti i propri affari ad andarsene in un battibaleno. Gli esempi ormai si sprecano.
Naturalmente la Schindler sarà sicuramente annoverata tra le aziende che attuano una politica all’insegna della responsabilità sociale, che sta diventa ormai, giorno dopo giorno, da commedia teatrale, una vera tragedia in termini di posti di lavoro.
Giuseppe Sergi, coordinatore Mps