Beatrice Lundmark, Più donne
A intervalli regolari si leggono sui media preoccupanti racconti di episodi di violenza sulle donne: ne cito due avvenuti in Ticino “Ancora violenza sulle donne a Lugano: inseguita e picchiata perché «non ci stava»” (Cdt 27.9.23), “Donna picchiata selvaggiamente da un uomo al Balestra” (CdT, 13.12.2021).
Si tratta di un episodio, il primo citato, accaduto quest’estate al quartiere Maghetti dove una giovane è stata seguita, molestata e picchiata da un coetaneo. «Ero alla Foce a far serata con le amiche – ha raccontato la vittima al Corriere del Ticino –, quando un ragazzo si è avvicinato e ha cominciato a chiedermi di andare con lui. Al mio rifiuto ha insistito e allora mi sono allontanata. Pensavo fosse finalmente finita ma, quando dopo un paio d’ore sono uscita fuori dal locale, lui era incredibilmente ancora lì e mi è arrivato addosso, cominciando a darmi fastidio e a toccarmi. Ero profondamente turbata da quanto stava succedendo, per questo mi sono spaventata e ho provato ad allontanarlo. Per tutta risposta lui mi ha tirato un pugno in faccia che mi ha fatto cadere a terra perdendo i sensi».
Quello accaduto all’autosilo Balestra è un po’ meno recente ma non meno grave. Si tratta dell’episodio, ampiamente riportato dai media, dove un uomo ha selvaggiamente picchiato una ragazza, con cui aveva una relazione: l’uomo ha seguito la donna all’interno del posteggio e, dopo un alterco verbale, l’ha sbattuta contro un’auto per poi prenderla a calci.
Per non parlare dei terribili avvenimenti accaduti quest’estate nella vicina Penisola come ad esempio lo stupro di Palermo e le violenze sessuali di gruppo su due bambine tredicenni a Caivano, a cui vanno aggiunte le frasi e i commenti maschilisti, prime tra tutte quelle del compagno della premier Giorgia Meloni, il giornalista Andrea Giambruno, che si permette di dire: “Se le donne evitassero di ubriacarsi, potrebbero evitare di farsi trovare dal lupo”.
Ciò che lascia sgomenti, leggendo i vari articoli, è proprio questo: la difficoltà nel denunciare, nell’esser prese sul serio (dalla polizia, dalla giustizia e dalla società) e nell’ottenere giustizia. Penso sia giunta veramente l’ora di smetterla di voltarsi dall’altra parte perché certe cose non si vogliono sentire o le si etichettano semplicemente come problemi di coppia: non si tratta solo di problemi di coppia, ma è una vera e propria piaga sociale. Per questo, giustamente, alcune vittime di violenza hanno deciso di organizzare a Lugano una manifestazione il prossimo 14 ottobre alle 13.30 (con partenza da piazza Luini): un corteo silenzioso in favore della sensibilizzazione contro la violenza.
Beatrice Lundmark, Più donne