Una decina di giorni fa il ticinese è tornato a combattere nella sua Lugano, battendo l’ungherese Zsolt Mezei.
«Consiglio a chiunque abbia la passione per questo sport, di provare a praticarlo. È duro, è vero, ma dà tantissimo».
LUGANO - Lo scorso 30 ottobre Marius “Black” Antonietti è tornato a combattere nella sua Lugano, città in cui è cresciuto e dove ha mosso i primi passi (pardon, pugni) nella boxe. Il pugilato per lui è una scuola di vita: incassare un colpo e cadere, infatti, non significa aver perso. No, nulla di tutto ciò. Significa rialzarsi e continuare a combattere, come dovrebbe essere in tutti i campi della vita.
In riva al Ceresio il 31enne ha affrontato l’ungherese Zsolt Mezei, nel suo decimo incontro in assoluto nel professionismo (otto vittorie, sei delle quali per ko, e due sconfitte), imponendosi per ko al terzo round. «Che bello tornare a combattere a Lugano, erano due anni che non succedeva. Gli ultimi due incontri, infatti, li avevo affrontati ad Asti e Livorno. A tal proposito ci terrei a ringraziare Boris Pesaresi, organizzatore della boxing night di Lugano».
La preparazione a un match? Lunga e pesante… «Solitamente inizio due mesi prima. La mattina si fanno pesi o corsa e la sera si combatte e si curano i dettagli tecnici. È un percorso molto duro e intenso, che richiede tanti sacrifici. Bisogna stare attenti a tanti aspetti, come la dieta. È dura mentalmente e fisicamente. Non è come negli altri sport che in estate fai un camp e poi cerchi di mantenere la forma fisica per tutta la stagione. La boxe richiede tutt’altra preparazione, è pesante. Tanto che dopo un match ho bisogno di circa una settimana di stacco totale, sia fisicamente che mentalmente».
Marius prepara i suoi match in Italia, in un centro all’avanguardia: «Mi alleno alla Skull Boxe Canavesana di Asti, dove c’è il mio allenatore Davide Greguoldo e dove ho la fortuna di allenarmi al fianco di due campioni italiani come Etinosa Oliha e Hassan Nourdine. Il prossimo match? Non è sicuro ma dovrebbe essere programmato per fine dicembre/inizio gennaio. L’avversario non è ancora noto, sono i manager che si occupano di questo».
Perché un ragazzo dovrebbe avvicinarsi al pugilato? «La boxe ti dà tantissima disciplina, è una scuola di vita. A me ha aiutato tantissimo. Consiglio a chiunque abbia la passione per questo sport, di provare a praticarlo. È duro, è vero, ma dà tantissimo».