Marius "Black" Antonietti fermato da swissboxing per un trauma subito in luglio. Le analisi mediche dicono però che il ticinese è guarito
LUGANO - Niente match fino a nuovo avviso, Marius "Black" Antonietti non può combattere. Il motivo? Un lieve trauma riportato in occasione dell'ultimo combattimento per il quale swissboxing continua a tenere fermo il pugile ticinese, che recentemente non ha potuto "esibirsi" in Romania.
Nonostante diverse visite mediche che hanno accertato la completa guarigione, i momenti di un suo ritorno alle competizioni non sono ancora maturi. Una situazione divenuta pesante, dai contorni un po' strani come raccontatoci dal diretto interessato: «In occasione dell’ultimo combattimento di Lugano - il 16 luglio - ho riportato un lieve trauma, guarito dopo un mese. Per accertarmi che tutto fosse ok mi sono sottoposto a più tac e risonanze, dopo le quali ho osservato tre mesi di pausa come consigliatomi dai neurochirurghi. Sono dunque abile a combattere dal 17 ottobre».
Ma...
«Nonostante quanto raccontato, swissboxing e il suo presidente mettono in discussione i pareri di tre neurochirurghi tra cui quello del primario dell'ospedale Civico di Lugano asserendo che i referti vadano visionati da un loro medico di cui non dicono il nome. Lo trovo assurdo, un dispetto nei miei confronti».
Come mai, secondo te, si è arrivati a questa situazione?
«Il responsabile della commissione medica ha dichiarato di aver visionato tutti i referti e che per lui potrei tornare sul ring. Malgrado il suo parere favorevole continuo ad essere sospeso senza un motivo: il Presidente mi dà risposte confuse rimandando continuamente la decisione e ripetendo che un altro presunto medico, del quale come detto non conosco il nome, deve ancora dare il suo nulla osta».
Una situazione che ti sta costando parecchio, sotto diversi punti di vista...
«Questa storia va avanti da troppo tempo e mi ha provocato non pochi problemi. Avrei dovuto combattere il 25 novembre in Romania, in diretta tv: sarebbe stata una buona occasione non soltanto dal punto di vista sportivo, ma anche da quello finanziario. Mi avrebbe dato visibilità».
Insomma, una storia dai contorni un po' strani...
«Il presidente spesso ignora le mail e non mi dà risposte adeguate. Sono venuto a conoscenza tramite il sito ufficiale di essere sospeso fino al 31 dicembre. Ogni anno per me è importante: in sei mesi avrei potuto fare due match, ho perso tempo, soldi e possibilità di fare esperienza. La boxe è il mio lavoro. Ripeto, la trovo una grossa ingiustizia e sono arrivato a pensare che si tratti di qualcosa di personale. Questo loro modo di lavorare è molto ambiguo».