Il medico della Soudal Quick-Step Yvan Vanmol non ha risparmiato feroci critiche agli organizzatori della corsa rosa
«Noi abbiamo applicato solamente la nostra politica che è per preservare la salute dei ciclisti».
ROMA - Un fulmine a ciel sereno, domenica sera, ha sconvolto il Giro d'Italia. Positivo al coronavirus, il leader della generale Remco Evenepoel ha abbandonato la corsa rosa, dando il via a un mare di polemiche. Il nemico invisibile - quello che purtroppo dal 2020 sta tenendo in scacco il mondo intero - è tornato a "colpire". Nelle ultime ore anche altri corridori sono scesi dalla loro bicicletta per il medesimo motivo.
A parlare della situazione venutasi a creare è stato Yvan Vanmol, medico della Soudal Quick-Step (squadra di Evenepoel). «Siamo arrabbiati. Arrabbiati e delusi - le parole riportate dall'emittente belga Radio 1 - Forse per superficialità, ma sicuramente per negligenza dell'organizzazione del Giro, abbiamo dovuto abbandonare la corsa da leader. Remco è abbattuto per quanto successo, è scontento. Tutti fanno sacrifici per arrivare qui, poi succede questo. Non dico che i contagi si potessero evitare tutti, ma è evidente che non ci sia stata attenzione sufficiente. È la cronaca di una morte annunciata. Se aveste visto cosa è successo i primi giorni... Una serie di conferenze stampa in stanze piccole, piene di gente: non è possibile».
E intanto la corsa continua a perdere pezzi... «Noi abbiamo applicato solamente la nostra politica che è per preservare la salute dei ciclisti. Remco ha accusato un raffreddore, la sintomatologia c'era. Poteva anche contagiare altri, i suoi valori non erano i soliti. Ma l'allarme c'era sin dall'inizio».