Sandra Mäder ha raccontato le terribili ore vissute a margine del drammatico incidente che ha coinvolto suo figlio Gino
Nell'affrontare una curva - durante la quinta tappa del Tour de Suisse - il ciclista elvetico aveva perso il controllo della bicicletta terminando la sua corsa nel burrone sottostante. Mäder era stato rianimato e trasportato d'urgenza in ospedale, dove poi è morto.
BERNA - «Il medico mi disse che Gino non avrebbe mai più detto "mamma" e che sarebbe rimasto per sempre nello stato in cui si trovava in quel momento senza né parlare, né camminare». Sono parole strazianti quelle espresse da Sandra Mäder, madre distrutta dal dolore dopo aver perso suo figlio in quel maledetto e terribile 15 giugno, giorno dell'incidente a causa del quale Gino è deceduto per le gravissime ferite riportate.
In un'intervista a "Südkurier", la donna ha ammesso che proprio in quella giornata si sentiva stranamente nervosa, ma di non conoscerne i motivi. «Qualcuno mi ha chiesto se Gino avrebbe partecipato al Tour de France. E sapete cos'ho detto? Ho risposto che non si può mai sapere con esattezza perché nel ciclismo una caduta può scombussolare tutti i piani. Sì, è proprio quello che ho detto».
Il nervosismo ha presto lasciato spazio alla preoccupazione, quando l'ex marito Andreas (padre di Gino) l'ha contattata per informarla dell'accaduto. Almeno inizialmente, però, la situazione non sembrava drammatica... Fino a qualche ora dopo, quando le viene detto di recarsi d'urgenza all'ospedale di Coira, momento nel quale le crolla il mondo addosso. «Qua ho capito che era solo questione di scegliere se e quando staccare le macchine alle quali era attaccato nostro figlio».
Nelle ore seguenti il dramma si è parlato molto del tema sicurezza, ma Sandra Mäder non se la sente di incolpare qualcuno. «Penso che fosse il suo destino. Non è colpa di nessuno, purtroppo nel ciclismo queste cose possono accadere».