Cobolli Gigli, ex presidente della Juve: «Covid-19? I calciatori dovevano rimanere nell'albergo in quarantena»
TORINO - Con i campionati paralizzati dal Covid-19 e la totale incertezza che regna sulle date di un’eventuale ripresa - al momento è impossibile fare previsioni -, diversi calciatori di Serie A hanno lasciato l’Italia per tornare in Patria o dai propri cari. In casa Juve, considerando anche la positività di Daniele Rugani, non sono mancate le polemiche, con alcuni giocatori - vedasi Ronaldo, Higuain, Pjanic, Khedira, Bentancur e Douglas Costa - che da tempo non sono più in Italia alla faccia del periodo obbligatorio di quarantena.
Giovanni Cobolli Gigli, ex presidente della Juventus, si è scagliato in particolare contro Cristiano Ronaldo, partito invero prima della notizia della positività del difensore centrale e per raggiungere la madre in Portogallo (colpita da un ictus poche settimane or sono).
«Adesso è facile criticare, ma visto dall’esterno, non capisco perché questi giocatori sono andati via dall’Italia - ha detto Cobolli Gigli ai microfoni di “Radio Punto Nuovo” - Al ritorno sarà difficile riprendere perché dovranno fare una quarantena di 14 giorni. Tutto è degenerato partendo da Cristiano Ronaldo che è partito dicendo di dover andare dalla madre, ma ora si fa vedere solo in piscina. A questo punto fatta la concessione a Ronaldo, anche Higuain doveva andare dalla mamma, qualcun altro doveva andare di qua e di là e la situazione è sfuggita di mano».
Per l’ex presidente la colpa è delle società: «Stile o non stile, non è una cosa che andava fatta, sarebbero dovuti restare in quarantena nell’albergo della Juventus, così come quelli dell’Inter sarebbero dovuti rimanere».