Parola a Cristiano Ruiu, volto noto di Telelombardia: «Il faraonico mercato estivo non ha rinforzato la rosa».
«Strategicamente, giocare con le seconde linee in campionato è qualcosa che condivido. Il problema, però, è un altro...».
MILANO - A 50 km da Chiasso c'è lo Stadio di San Siro, una meta sempre molto gettonata anche da tanti ticinesi, tifosi di Milan e Inter o semplici appassionati di pallone. Oggi nelle due squadre milanesi giocano anche due nazionali elvetici, ovvero Noah Okafor nei rossoneri e Yann Sommer nei nerazzurri. Un motivo in più per raggiungere il Meazza.
Abbiamo parlato delle due squadre meneghine con Cristiano Ruiu, tifoso del Diavolo e volto noto delle trasmissioni di Telelombardia. «Iniziamo dal girone di Champions, nel quale il Milan non si può dire che ha fatto male. Quando parti dalla quarta fascia, sfiorare la qualificazione e alla fine andare in EL non è un risultato da buttare. Se inoltre si guarda contro chi ha dovuto giocare, il fatto di aver ottenuto due vittorie – una con il PSG e una con il Newcastle – rende il cammino tutto sommato soddisfacente».
Ora cosa deve fare il Milan?
«Già a partire da dicembre tutto l'ambiente dovrebbe aver fatto clic, dando la precedenza all'Europa League, poiché si tratta di un obiettivo alla portata. Il popolo rossonero deve "abbracciare" questa competizione, troppe volte snobbata in passato. Bisogna capire che il Milan non è più una squadra costruita per arrivare in fondo in Champions League, nonostante il cammino dello scorso anno. Se vinci l'EL, un'impresa tutt'altro che semplice viste le altre pretendenti, vai a fare la Supercoppa, sei nella prima fascia nella Champions dell'anno prossimo e soprattutto incassi un bel po' di soldi. Mica poco...».
A meno di cataclismi il Milan dovrebbe avere in pugno il quarto posto in campionato...
«Strategicamente, giocare con le seconde linee in campionato è qualcosa che condivido. Il problema, però, è un altro...».
Ovvero...
«La domanda è "Il Milan ha la rosa attrezzata per essere competitivo in contemporanea in campionato e in Europa?" La risposta è no... L'anno scorso si criticava l'assenza di alternative all'altezza. Si è fatto un mercato faraonico se si pensa ai milioni investiti, un mercato che però non ha purtroppo rinforzato la rosa. E l'esempio lampante è la partita di domenica a Monza, nella quale sono state inserite diverse seconde linee che però non si sono rivelate all'altezza. C'erano Chukuwueze e Okafor, due elementi costati parecchi soldi, ma che hanno fatto malissimo... L'unico acquisto che sta rendendo secondo lo aspettative, sui dodici fatti, è Pulisic. Per il resto i rossoneri sono ancora dipendenti dai giocatori che già c'erano, come Giroud, Maignan, Theo e Leão...».
La colpa è dunque del mercato?
«Il mercato del Milan sarebbe stato buono se avessero preso un attaccante come Taremi. E un centrale di difesa...».
Reparto nel quale c'è stata anche molta sfortuna...
«Quando hai tre giocatori chiave come Tomori, Thiaw e Kalulu infortunati e a gennaio non prendi nessuno, capisco che il tifoso possa andare su tutte le furie. Nelle ultime settimane la squadra è scesa in campo con due elementi che erano stati scartati a giugno, ovvero Gabbia (rientrato dal prestito dal Villarreal, ndr) e Kjaer, vicinissimo all'addio in estate. Con 150 milioni spesi trovarsi in campo due esuberi, sì, un po' fa arrabbiare».
E poi c'è l'annoso tema del Mister. Come si sta comportando Pioli?
«Per il valore della rosa sta facendo il suo. Non ha a disposizione una squadra forte, i giocatori sopra categoria sono quelli citati prima, ovvero Theo, Leão e anche Maignan. E poi c'è Giroud, che però ha 37 anni... L'unico vero rinforzo è stato Pulisic. Ritengo infatti che in mezzo al campo gli innesti di Reijnders e Musah siano più che altro delle scommesse e non di elementi pronti a fare la differenza. C'erano bisogno un difensore centrale forte, ma è arrivato Pellegrino che ci ha già lasciati, e un attaccante importante. Non certo Jovic, bravo ma non decisivo».
Pioli resterà?
«Non penso, ma non per un'analisi obiettiva, ma perché bisognerà dare la colpa a qualcuno».
Si punterà su Conte?
«Chiaramente Conte sarebbe l'ideale, ma costano lui, il suo staff e i giocatori con cui vuole lavorare. Il Milan non può dargli quello che lui cerca. Conte, ad esempio, è quello che va all'Inter e pretende Lukaku. E, recentemente, ha apertamente dichiarato di voler ripartire da una squadra pronta a vincere la Champions. Ambizione che oggi il Diavolo non ha».
L'altro nome sulla bocca di tutti è quello di Thiago Motta...
«È sicuramente un allenatore bravissimo, ma in un contesto come quello di Bologna, dove non c'è pressione e oggi ti applaudono anche quando perdi una partita. È una squadra costruita bene, con cognizione, anno dopo anno. Zirkzee è un giocatore fortissimo che il Milan non ha. Se l'attaccante olandese arriverà a San Siro? No assolutamente, non penso proprio. Tornerà al Bayern».
E l'Inter? Con lo Scudetto ormai in tasca l'obiettivo dev'essere la Champions?
«No, questa Inter a mio avviso non può ambire a trionfare in Champions. Ha una squadra sì forte e costruita per vincere, ma non è al livello delle squadre big. Vale il discorso fatto per il Milan, l'anno scorso le è andata bene in Europa visto che per arrivare in fondo ha dovuto affrontare Porto, Benfica e lo stesso Milan».
Come valuti il lavoro di Simone Inzaghi?
«In Italia non c'è storia, oggi l'Inter è la squadra più forte. Simone Inzaghi ha ereditato il gran lavoro fatto precedentemente da Conte. La cosa più clamorosa non è quello che sta facendo in questa stagione, ma essersi fatta superare due anni fa dal Milan e l'anno scorso dal Napoli. Per Inzaghi uno Scudetto in tre anni è sicuramente poco e, vincendolo quest'anno, farebbe il suo. Niente di eccezionale...».