Sofferenza iniziale, festa finale: merengues implacabili
Il Borussia Dortmund si è arreso agli immortali.
LONDRA - Il Real Madrid si è confermato implacabile in Champions League. Nella finale di Wembley, i blancos hanno infatti fatto piangere il Borussia Dortmund, battendolo 2-0 e mettendo le mani sulla coppa dalle grandi orecchie per la quindicesima volta nella loro storia.
Il match è in ogni caso stato tutt’altro che semplice per gli spagnoli, costretti a lungo a soffrire davanti alla velocità e all’intraprendenza degli avversari.
Tolto il primo quarto d’ora, di studio “attivo” da parte delle due squadre - volenterose ma mai pericolose - il primo tempo è stato quasi completamente di marca giallonera. Lasciato il pallino del gioco in mano alle merengues, i tedeschi si sono infatti perfettamente affidati al loro micidiale contropiede. Con quell’arma hanno fatto a fette il centrocampo e la difesa rivale, arrivando più volte a spaventare il bravo e fortunato Courtois. Due volte il velocissimo Adeyemi (la prima stoppato da un gran recupero di Carvajal), una Füllkrug e poi, dalla distanza, Sabitzer, sono andati vicinissimi al gol. I blancos hanno tremato (parecchio) e quasi mai sono riusciti a replicare, affidandosi alle sporadiche iniziative di Vinicius per cercare almeno di allentare la pressione. Quando lo sloveno Vincic ha fischiato la fine della frazione, il Real Madrid (mai arrivato al tiro in porta e con i senatori assenti) ha quindi tirato un enorme sospiro di sollievo: “ai punti” sarebbe infatti stato sotto.
Capita l’antifona, durante l’intervallo Ancelotti ha ripensato la sua squadra, abbassandola e concedendo maggior libertà a Carvajal. Risultato? Il Borussia Dortmund ha avuto meno spazi per le sue micidiali ripartenze. Non per questo ha in ogni caso smesso di spingere. Dopo un paio di buone occasioni per Kroos (su punizione, bravo Kobel) e proprio Carvajal, sempre velenoso nell’area, sono infatti stati i gialloneri ad andare vicini alla rete e, con la coppia Adeyemi-Füllkrug, a “maledire” i riflessi di Courtois. Al 69’ a tremare davvero sono però stati i tedeschi. Uno spunto di Vinicius si è chiuso con un cross a rientrare dalla sinistra, Bellingham non ci è arrivato ma… nemmeno Kobel che, imperfetto in uscita, ha (per fortuna sua) visto la palla spegnersi di poco al lato della porta.
Fatte le prove generali per il gol, il Real ha tuttavia accelerato ed è passato. Merito di Vinicius, che ha - come sempre - sfondato sulla sinistra guadagnando un corner. Merito di Kroos, che ha pennellato un angolo perfetto. Merito (ovviamente) di Carvajal che al 74’, di testa, ha piazzato l’1-0. Spezzato l’equilibrio, le merengues hanno immediatamente “rischiato” di scappare con Bellingham (poco cinico davanti a Kobel al 77’), in seguito con Kroos (pericoloso su punizione al 79’), poi con Camavinga (da lontano all’81’) e infine con Nacho (di testa su angolo all’82’). Gli sforzi sono stati ripagati all’83’ quando Vinicius, servito da Bellingham, ha chiuso i conti e reso nuovamente “blanca” la Coppa dei campioni. Quindici in totale, sei negli ultimi undici anni, se non è dominio questo…