Federico Dimarco ha raccontato l'esperienza al limite vissuta in Vallese: «Era una punizione, visto che eravamo ultimi».
MILANO - Oggi Federico Dimarco è uno dei calciatori italiani più forti ed è un punto di riferimento della nazionale azzurra ma anche della sua Inter. Il passato, però, non è stato dei più semplici come raccontato da lui stesso a Gianluca Gazzoli, autore del podcast "Passa dal basement".
Il 26enne - che ha ammesso di aver pensato di smettere durante la sua permanenza in Vallese - ha raccontato l'esperienza al limite vissuta a Sion, nella stagione 2017-18. «Il presidente (Christian Constantin, ndr) ebbe la bella idea di mandarci una settimana a fare il militare, per punizione visto che eravamo ultimi. Abbiamo dormito nei campi col sacco a pelo. La mattina alle 6 sveglia a camminare 5-6 km, mangiavamo dentro le scatolette che scaldavamo col fornetto. L'abbiamo fatto a inizio gennaio, durante la sosta invernale. Quando me l'avevano detto non volevo andare, ma se non andavi non ti pagavano. Un'esperienza estrema, addestramenti in cui ci facevano anche sparare. Era una punizione perché eravamo ultimi. Al rientro eravamo più carichi, ma io ho discusso con l'allenatore e non ho più giocato fino a fine anno».
Al termine del suo soggiorno elvetico, Dimarco ha pensato di gettare la spugna: «In Italia non mi voleva nessuno, neanche in Serie B credo. Alla fine è arrivato il Parma ma, dopo tre o quattro partite e un gol, ho subìto il distacco del tendine dell'adduttore: altri quattro mesi di stop. Dopo Sion ho pensato veramente di smettere...».