Paul Schönwetter: «Dopo tanti anni è la prima Germania che mi piace e mi convince. Musiala e Wirtz sono un'arma in più»
All'orizzonte c'è la sfida con la Svizzera di Murat Yakin: «L’ho vista bene, ma a volte subentra un po' di insicurezza. Davanti, anche per Xhaka, serve qualcuno che cerchi la porta».
FRANCOFORTE - In Qatar aveva visto i fantasmi. Era andata a casa presto confermando tutte le crepe già mostrate nei precedenti grandi tornei e confezionando quello che, in Patria, era stato definito un disastro assoluto. Da quelle macerie si è cercato di ricostruire - in fondo le basi e i talenti c’erano - e i frutti si stanno iniziando a raccogliere. Quale occasione migliore dell’Europeo casalingo, dove la Mannschaft ha raccolto 6 punti in due partite ed è già certa di un posto negli ottavi.
«Finalmente, dopo tanti anni è la prima Germania che mi piace e convince - interviene Pauli Schönwetter, dedicandoci qualche minuto tra un impegno e l’altro in quel di Ascona, dove sta svolgendo un camp di allenamento con giovani e giovanissimi calciatori - Nagelsmann ha trovato un buon mix tra giovani di enorme talento ed elementi più esperti. Musiala e Wirtz li conosciamo e hanno già vinto trofei anche con i rispettivi club, ma sono un'arma in più. Non mi sorprenderei se li ritrovassimo nella top-11 a fine Europeo. Cruciale poi il lavoro fatto con Toni Kroos, che è stato convinto a disputare questo ultimo grande torneo. È un faro, un leader a 360°. Ha già annunciato l’addio al calcio e sa che saranno le sue ultime partite, ora vuole finire in bellezza».
Contro l’Ungheria (2-0) la Germania ha interrotto una serie piuttosto curiosa e clamorosa. Nei grandi tornei prendeva gol da 13 partite di fila. Alla faccia della solidità (l’ultimo “clean sheet" risaliva al 26 giugno 2016, nel 3-0 all'Europeo contro la Slovacchia).
«E sappiamo quanto sia importante nel calcio moderno. Tante volte mi sono posto delle domande vedendo una Germania poco veloce e reattiva. Ora ci sono stati dei cambiamenti. A farne le spese ad esempio è stato Hummels, nonostante la grande stagione al Dortmund. Promossi invece Tah e Rüdiger, che danno più garanzie. Coraggiosa la scelta di Mittelstadt. Quello che ancora non mi convince al 100% è Neuer. È stato un grande portiere, per anni il migliore, ma dopo il grave infortunio (frattura alla gamba nel dicembre 2022 a causa di un incidente sugli sci, ndr), non è più tornato ai suoi migliori livelli. Non ha più la stessa sicurezza e anche la squadra lo sente. Mi chiedo come faccia Ter Stegen, portiere del Barcellona, a stare così tranquillo. Ormai ha 32 anni e con la Nazionale ha vissuto una vita in panchina. Deve avere un gran bel carattere… (ride, ndr)».
La selezione tedesca è ripartita passando da Flick a Nagelsmann.
«Sì, ma non è così “semplice”. Sono tanti i fattori che si sono incastrati. Pensate che Flick è stato il primo ct esonerato nella storia della Mannschaft. Non era mai successo. Eppure col Bayern aveva fatto benissimo e adesso ha già firmato per il Barcellona. Il calcio è strano… Io penso che fosse indispensabile ripartire. Ora il calcio tedesco sta tornando. Magari i fallimenti negli ultimi grandi tornei erano necessari. Per capire e cambiare. Fare un passo indietro, per poi proiettarsi avanti e aprire un nuovo ciclo».
Domenica a Francoforte c'è il match con la Svizzera, che con 4 punti ha messo una grossa ipoteca sugli ottavi. Un bel test per entrambe.
«Sicuramente. La Svizzera l’ho vista bene, ma quando il suo piano di gioco si complica mi sembra che subentri sempre un po’ di insicurezza. Con l’Ungheria nel secondo tempo ha rischiato, e anche con la Scozia a tratti ha sofferto. Scelte “esagerate” con gli scozzesi? Murat Yakin ha avuto la fortuna che Shaqiri si è inventato quel eurogol, che vale il prezzo del biglietto. Però sia prima che dopo XS23 ha combinato ben poco. Penso che davanti serva un riferimento. Questo lo dico anche per Xhaka, che al Leverkusen era determinante coi suoi passaggi in verticale. Se qui viene costretto a giocare in orizzontale, diventa dura e poi arrivano le critiche. Nella prima partita Duah ha fatto un bel lavoro muovendosi in verticale e cercando la porta. E quello che serve anche a Xhaka».
Un pronostico per domenica?
«La Germania in casa resta sicuramente favorita, ma da tifoso di calcio mi aspetto una bella partita tra due squadre già qualificate. Scaramanzia a parte, con 4 punti si è dentro. Qui potrei muovere una critica, perché questa formula "allargata" promuove troppe selezioni. Al via mancavano Vaticano e Andorra… (ride, ndr). Poi resto dell’idea che le terze di gruppo dovrebbero tornare a casa. Sarò all'antica. Questi però sono altri discorsi, ora godiamoci questo Europeo».