Il direttore generale dell'Ambrì Nicola Mona: «Oggi a nostro avviso questa è la via corretta da seguire»
«Nessuno costringe le persone a vaccinarsi. Purtroppo però, al momento attuale, chi non lo fa è confrontato con maggiori restrizioni».
AMBRÌ - Alla fine ha "vinto" il 2G e il nostro hockey, almeno fino a quando la situazione non migliorerà, si potrà gustare dal vivo soltanto se vaccinati o guariti. È questa la strada che hanno deciso di seguire i club svizzeri, riunitisi questa mattina.
«Eravamo favorevoli al 2G - le parole del direttore generale dell'HCAP Nicola Mona - All'unanimità l'intera Lega Nazionale ha deciso di seguire questa via. A nostro avviso è la strada giusta oggi. Purtroppo, infatti, la pandemia non è finita...».
Con il 2G la vita all'interno della pista rimane pressoché invariata... «Esattamente. Da un lato c'è un incremento delle condizioni d'accesso allo stadio, passando dal 3G al 2G. In compenso, però, decade l'obbligo della mascherina che con il 3G sarebbe stata obbligatoria. Inoltre si potrà bere e mangiare anche in piedi, aspetto che semplifica la vita di tutti all'interno della struttura. Con il 3G, in curva, avremmo dovuto chiudere tutte le buvette poiché le operazioni di controllo del rispetto delle regole non sarebbero state praticabili. La decisione odierna è dunque anche un discorso pratico...».
Rimane comunque il dispiacere di dover escludere alcuni tifosi... «Evidentemente sì. Alla fine, quella del vaccino, è una scelta personale. Nessuno costringe le persone a vaccinarsi. Purtroppo però, al momento attuale, oggi chi non lo fa è confrontato con maggiori restrizioni. Per quanto riguarda pista e stadi, la tendenza anche negli altri paesi è l'attuazione del 2G».
Discorso derby: un non vaccinato che ha già preso il biglietto per venerdì sera, cosa dovrà fare? «Nei prossimi giorni comunicheremo qualcosa».