«La Svizzera ha superato l’Italia nelle qualificazioni, la conosco bene…»
Marco Tardelli e i mondiali della dittatura del 1978: «Non ci avrebbero lasciato protestare».
DOHA - Organizzati durante una dittatura sanguinaria, con i Mondiali del 1978 l'Argentina sperava di poter ripulire la sua immagine agli occhi del mondo.
Ordine, libertà, benessere… con la Coppa del Mondo, il generale Jorge Videla voleva raccontare una realtà diversa da quella vissuta nel suo Paese. La FIFA lo accontentò e così quindici selezioni, più l’Albiceleste padrona di casa, si sfidarono rincorrendo la gloria.
Protagonista, in quei giorni sudamericani, fu anche Marco Tardelli. Tra Mar del Plata e Buenos Aires, l'azzurro giocò sei partite con un’Italia che, fallito l’accesso alla finale dopo una sconfitta con l’Olanda, alla fine chiuse quarta.
«La situazione politica di quell’Argentina, di quel regime, è nota - ci ha raccontato proprio l'ex centrocampista, quattro anni dopo entrato in tutte le case con il suo “urlo” - ma lì, in quei giorni, noi la sentimmo poco. Ci allenavamo lontano da tutti, in un resort collegato a un campo da golf fuori dalla capitale, e francamente di quanto accadeva non ci “arrivò” molto».
L’idea di una protesta in campo non fu mai accarezzata?
«Non ce lo avrebbero lasciato fare».
Qualcosa, invece, potrebbe accadere in Qatar.
«Sì, magari in questi Mondiali qualche giocatore o qualche squadra proverà a manifestare il proprio disappunto. Sono in ogni caso sicuro che nessuno si sbilancerà molto. E poi davvero, credetemi, nel mese di competizione si è concentrati esclusivamente su quello che può accadere in campo».
Fuori la politica, dentro il calcio. Quali sono le selezioni favorite per il successo finale?
«Dico Brasile e Argentina. Ci sono molte nazionali forti, competitive, ma credo che queste due abbiano qualcosa in più. Poi, come in ogni Coppa del Mondo, vedrete che qualche squadra riuscirà a stupire e a mettersi in mostra. La realtà è che, giocandosi tutto in poche settimane, la condizione fisica e quella mentale sono fondamentali. Dipende dal momento. Chi starà meglio, chi avrà la fortuna e anche la bravura di essere al top, potrà pensare di andare oltre le aspettative».
In Qatar la Svizzera schiererà la Nazionale più forte di sempre.
«Ha superato l’Italia nelle qualificazioni, la conosco bene. Xhaka, Akanji… ci sono giocatori con grandi qualità. Non credo in ogni caso possa essere la sorpresa del torneo».
Già il girone con Brasile, Serbia e Camerun è complicato.
«È duro. Penso che la Svizzera abbia poche possibilità di passare il turno».