Valentino Rossi, leggenda delle due ruote, torna a parlare della sua carriera e del suo ritiro.
Il 43enne si è soffermato anche sui rapporti con Stoner e Lorenzo: «C’è stato un grande riavvicinamento. Jorge è venuto al Ranch e alla sera eravamo a ballare assieme».
Ritiratosi pochi mesi or sono dopo 26 anni di successi e 9 Mondiali vinti, Valentino Rossi - leggenda vivente della MotoGP - è tornato sul suo addio al motomondiale in una lunga intervista a “Il Giornale”.
«È qualcosa di difficile da accettare, io non mi sono arreso fino alla fine, ma capisci che a quarant’anni non hai più quegli istinti omicidi di quando ne avevi venticinque - ha spiegato il campione pesarese - È stata dura, ma quando sali su una MotoGP devi farlo con un obiettivo, perché è una moto brutale che va fortissimo e non ha senso andare al 75%. Nostalgia? No, ora non mi manca».
Il Dottore, nella sua lunga carriera, ha vissuto anche delle accese rivalità. Tra le più importanti ci sono sicuramente quelle con Biaggi, Stoner e Lorenzo. «Quella con Max Biaggi è stata davvero forte. Ora ci salutiamo, parliamo reciprocamente bene l'uno dell'altro ed è bello. All'inizio io non ero nessuno e lui era il numero uno in Italia, allora ho cominciato a rompergli le scatole. Ero una carogna. Ma adesso tutto è passato, ci siamo riavvicinati. È stata una bellissima rivalità sportiva. Ora c’è stato un grande riavvicinamento anche con Stoner, che mi manda spesso messaggi dall’Australia, mi chiede della bambina… Pure Lorenzo ormai è un amico. È venuto alla 100 km del Ranch e alla sera eravamo a ballare assieme».
Rossi ha dunque assicurato di non avere nostalgia delle due ruote, ma di certo non si è staccato del tutto dall’amato mondo dei motori. Dall'1 al 3 aprile il Dottore sarà impegnato nel suo primo weekend di gara del Fanatec GT World Challenge Europe, al volante dell'Audi R8 GT3. «Dopo una vita a correre per il mondo, rimanere a casa senza far niente sarebbe devastante. Invece io ho sempre lavorato per diventare un pilota di macchine. Ora sono curioso di vedere quello che riuscirò a fare… In fondo nasco come pilota di auto, ero sui kart da bambino, poi sono passato alle moto. Per fortuna».