Italiani imparziali, spagnoli velenosi
Sei prove, comprese le Sprint, per mettersi la corona.
SEPANG - È ancora Italia-Spagna. Come già spesso è accaduto nella storia recente del motociclismo. Una sfida più accesa rispetto a tante altre dove il finale era quasi scontato e, si spera, meno cruenta del 2015. Lì l’ultimo scorcio di campionato si trasformò in una lotta più da saloon che non in una lotta sportiva. Una lotta nella quale tra i due litiganti, Valentino Rossi e Jorge Lorenzo, si mise in mezzo quel Marquez che dopo avere staccato dalla sua cameretta il poster del suo idolo di gioventù, non ci pensò due volte a entrare nella sfida tra i due compagni - mai stati così nemici - della Yamaha. Come finì continuiamo a ricordarlo anche oggi: il più grande errore di valutazione di un avversario costò probabilmente il decimo titolo a Vale.
Con tre tappe ancora all’orizzonte (e sei gare tra Sprint e GP), tra Francesco Bagnaia e Jorge Martin i punti di distacco sono appena 13, praticamente quasi nulla. Sarà una battaglia non solo di velocità, ma anche di nervi, tra due moderni cavalieri di altissimo livello che, oltretutto, non possono contare neppure su un cavallo diverso. Perché la Desmosedici GP24 che hanno sotto le terga è, seppure con colori diversi – il rosso del team ufficiale Ducati, il bianco e viola della Pramac – esattamente la stessa moto. Questo a dimostrazione di come a Borgo Panigale, rispetto alle altre Case, la distinzione tra team sia pressoché inesistente.
Se la devono vedere tra loro due, Pecco e Jorge, e speriamo che sia davvero così, che nessuno provi a intromettersi. In modo non sportivo, ovviamente. Marco Bezzecchi, il terzo in classifica, nonostante la grande amicizia che lo lega a Bagnaia ha detto che lui proverà a vincere più gare possibile, senza guardare la situazione dei rivali. Lui, come Luca Marini o anche Enea Bastianini, fino a questo momento si sono tenuti molto lontani da tutto anche a livello di pronostici. Cosa che non sta avvenendo, invece, dall’altra parte della barricata, dove il clan spagnolo già da un po’ di gare continua a parlare apertamente di un Martin favorito per il titolo. Lo fa Aleix Espargaró, che con Martin condivide lo stesso manager, lo fa, in maniera minore, Maverick Viñales, continua a ripeterlo Marc Marquez e, ultimamente, come lui anche il fratello Alex. E fin qui va tutto bene, ci sta.
Quello che speriamo non di non vedere in Malesia, come invece è accaduto non solo in Thailandia, è il comportamente “border line” di Marc e degli altri, pronti a lasciare indisturbato nel momento del giro secco Martin, per mettersi invece nella scia di Bagnaia, in un tentativo di creargli un po’ di difficoltà. Così come quelle entrate piuttosto aggressive, non sporche ma neppure troppo gentili, che i due fratelli hanno riservato a Pecco nei primi giri di gara a Buriram, ben sapendo come il torinese, pur attaccando, sia costretto a correre sulle uova. Adesso che ogni punto vale il doppio e ogni errore si paga caro, sarebbe bello che la contesa per il Mondiale diventasse davvero un duello privato tra Bagnaia e Martin.