Lanciata la campagna dei socialisti, che vedono i diritti umani in pericolo. Per l'Udc, è invece l'ultima chance per la democrazia diretta
BERNA - Il 25 novembre prossimo gli svizzeri saranno chiamati a votare sull’iniziativa per l’autodeterminazione dell’Udc, che chiede che la Costituzione federale abbia il primato sul diritto internazionale. Parlamento e Consiglio federale sono contrari e la ministra della Giustizia Simonetta Sommaruga ha recentemente definito il progetto un «pericoloso esperimento».
Svizzera come Erdogan, Putin e Trump - Ora anche il suo partito si lancia nella campagna contro la proposta. Lo fa con un manifesto che 20 Minuten presenta in esclusiva e che ritrae il presidente americano, Donald Trump, quello russo, Vladimir Putin, e quello turco, Recep Tayyip Erdogan, che guardano l’osservatore gonfi di rabbia: «La Svizzera non ci sta - No all’iniziativa contro i diritti umani», vi si legge. Per portare i manifesti sui tabelloni pubblicitari il Partito socialista punterà su un crowdfunding: i 50mila franchi che ha a disposizione per la campagna di voto servono infatti per il personale.
«Al momento notiamo un trend pericoloso», spiega il consigliere nazionale socialista Cédric Wermuth. «In tutto il mondo gli autocrati avanzano mettendo il nazionalismo prima dei diritti umani», afferma. Erdogan e Putin, per esempio, da qualche anno non si attengono più alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo (CEDU) e Trump ha deciso dal canto suo di ritirarsi dal Consiglio per i diritti umani dell’Onu.
L’UDC, denuncia Wermuth, va nella stessa direzione: «Se la nostra costituzione fosse in contrasto con la CEDU noi dovremmo disdire quest’ultima secondo il testo dell’iniziativa», sottolinea il socialista. «La Svizzera, insomma, si metterebbe al livello di Trump, Putin ed Erdogan», aggiunge.
Secondo il consigliere nazionale socialista, il nostro Paese verrebbe quindi marginalizzato a livello internazionale: «La democrazia e i diritti umani vanno di pari passo - spiega -. I diritti umani proteggono le minoranze e noi tutti da un esercizio arbitrario del potere. L’Udc vuole mettere a repentaglio tutto questo».
L'UDC: «Basta la nostra Costituzione» - Il consigliere nazionale Udc Thomas Matter non è affatto d’accordo con questa visione delle cose: «La Costituzione svizzera garantisce i diritti umani meglio di qualsiasi altra», assicura. «Non abbiamo quindi bisogno di nessun giudice di Strasburgo che ci aiuti», aggiunge. La tradizione umanitaria della Svizzera, poi, sarebbe tutelata anche senza la CEDU: «Non per niente abbiamo avuto un ruolo di leadership, la consapevolezza dei diritti umani è profondamente ancorata nella nostra costituzione», afferma Matter.
A suo avviso, l’iniziativa per l’autodeterminazione ha piuttosto come obiettivo quello di permettere al Popolo svizzero di avere l’ultima parola sulle leggi del proprio Paese: «Abbiamo dei giudici che nonostante l’approvazione dell’iniziativa per l’espulsione dei criminali stranieri non li espellono per non mettere a rischio gli accordi bilaterali. Questo non può succedere. La volontà del Popolo deve tornare a valere più di qualsivoglia accordo o trattato internazionale», dichiara Matter.
Questa impostazione si ritrova anche negli spot della campagna per il “sì”. In un video si vede per esempio un uomo che attacca la sua scheda di voto a un fuoco d’artificio del 1. d’agosto e lo accende: «Chi vota “no” il 25 novembre può anche sparare il suo diritto di voto sulla luna», afferma una voce fuori campo. Un altro spot recita «Sì alla democrazia diretta - Sì all’autodeterminazione».
Si tratta, in quest’ultimo caso, di un manifesto piuttosto sobrio per gli standard dell’UDC, privo persino del logo del partito. «Siamo un comitato bipartisan», spiega Matter. «Non è una questione di destra o sinistra, ma di salvataggio dei nostri diritti democratici», conclude.