I democentristi chiedono al Consiglio federale di discutere una «apertura con misure di protezione specifiche».
La pressione politica sul Governo è in aumento: Anche PLR, USAM, Verdi e sindacati spingono perché vengano presentate al più presto delle varianti per una chiara strategia di uscita. Il PS invece frena: «La politica prudente del Governo ha dato i suoi frutti»
BERNA - Il gruppo parlamentare dell'UDC è preoccupato per i danni economici provocati dalla crisi dalla Covid-19 e si aspetta che dal 20 aprile venga attuata una strategia di uscita dallo stato di emergenza. Il partito chiede quindi al Consiglio federale di discutere nella seduta di domani di una «apertura con misure di protezione specifiche», in linea con i desideri delle parti sociali e le proposte avanzate una settimana fa.
In un comunicato odierno il gruppo parlamentare UDC nota che le misure adottate per proteggere la popolazione dal coronavirus stanno avendo un effetto positivo e che c'è una capacità ospedaliera sufficiente in tutto il Paese o che esistono ancora delle riserve.
Tuttavia, il principale gruppo del parlamento federale è preoccupato per la crescita esponenziale giornaliera dei danni economici, che hanno raggiunto decine di miliardi di franchi. Una perdita che non si vedeva dalla Seconda guerra mondiale, scrive nel comunicato.
In questo contesto, l'UDC si aspetta l'attuazione della sua strategia di uscita annunciata una settimana fa, in base alla quale i negozi e le aziende che possono rispettare le misure di sicurezza federali dovrebbero essere aperti dopo il 19 aprile. Per evitare il peggioramento della situazione, il gruppo UDC ha approvato oggi dieci richieste urgenti al Consiglio federale.
Esso chiede fra l'altro che venga ripristinato l'ordine costituzionale a partire dal 20 aprile, e che ulteriori impegni finanziari siano decisi dal Parlamento. Secondo l'UDC non vi è più l'urgenza di ulteriori crediti d'emergenza.
Il Consiglio federale è inoltre chiamato a bloccare i pagamenti del cosiddetto miliardo di coesione per lo sviluppo dei Paesi orientali dell'UE. Si deve invece cercare di ammortizzare il deficit di miliardi che c'è da aspettarsi nelle casse federali. In questo quadro, per il 2021 dovrebbe essere presentato al Parlamento un bilancio in pareggio.
L'UDC sostiene il pacchetto di aiuti del Consiglio federale, ha dichiarato oggi il consigliere nazionale lucernese Franz Grüter in una videoconferenza. Ma in considerazione degli ingenti importi in gioco, occorre che sia il Parlamento l'organo di controllo che decida in merito. Si trattava di una somma maggiore di quelle che il governo federale ha risparmiato dall'introduzione del freno all'indebitamento: «Il libretto di risparmio della Svizzera degli ultimi vent'anni è stato svuotato da un giorno all'altro», ha detto.
Anche per il consigliere nazionale di Zurigo Alfred Heer è indispensabile che il Parlamento assuma nuovamente la guida: «Dobbiamo reinstallare i processi democratici».
La pressione politica sul Consiglio federale è in aumento. Il PLR, l'Unione svizzera delle arti e mestieri (USAM), ma anche i Verdi e i sindacati, hanno invitato nei giorni scorsi l'esecutivo a presentare al più presto delle varianti per una chiara strategia di uscita. Il PS di Berset ha invece messo in guardia da allettanti decisioni frettolose: la politica prudente del Consiglio federale ha dato finora i suoi frutti e deve continuare.