Il ritratto del sindaco Daniel Albertin pronto a ritirarsi a fine anno dopo una carriera fatta di sfide difficili per amore della sua terra.
BRIENZ - Il sindaco di Albula/Alvra, Daniel Albertin, voleva ritirarsi dalla sua carica alla fine del 2024. Dopo quasi dieci anni al comando. In novembre ha deciso di rimanere alla guida del comune, che da anni è confrontato con la frana che minaccia il villaggio di Brienz (GR). Il suo ritratto, fra decisioni difficili e il luogo che gli dà la forza di andare avanti.
Sul tavolo dell'ufficio di Daniel Albertin ci sono dei cartoncini color rosso vino, buste bianche e due scatole. Sta scrivendo gli auguri di Natale. In uno dei due contenitori di cartone vanno quelli per l'amministrazione, nell'altro quelli per gli abitanti di Brienz. «Lo faccio per fargli capire che pensiamo a loro», racconta il sindaco del Comune di Albula/Alvra a Keystone-ATS. «Probabilmente la maggior parte di loro non ha portato con sé le decorazioni natalizie. Questo è proprio il momento peggiore per fare un'evacuazione», dice il sindaco con sgomento. Le giornate sono più brevi, le notti più lunghe, e l'oscurità rischia di spegnere la speranza di un ritorno a casa.
Il momento più difficile - La novantina di abitanti ha lasciato il villaggio il 17 novembre, a causa della frana di 1,2 milioni di metri cubi che minaccia il paese. La seconda evacuazione è stata più difficile rispetto a quella della primavera del 2023 secondo Albertin. «Anche se la popolazione sapeva a cosa andasse incontro, questa volta non sa quando la fase rossa finirà». L'insicurezza fra la popolazione è grande e anche per il sindaco la situazione è tutt'altro che facile.
«Il momento più difficile è stato quando una persona al telefono mi ha detto, che non avrebbe lasciato il paese», ricorda il sindaco. Queste parole hanno accompagnato Albertin fino all'ultima ispezione del paese, ormai fantasma. Fortunatamente nessuno ha dovuto essere allontanato dai gruppi di intervento.
Il carico di lavoro - Una seconda evacuazione nel giro di un anno e mezzo, con un orizzonte temporale incerto. È un compito che Albertin non si aspettava. Il primo luglio di quest'anno ha comunicato di volersi dimettere in anticipo dal suo incarico da sindaco. Un compito che svolge dal 2015. Malgrado l'annuncio con mesi di anticipo, nessuno si è presentato per succedergli. «Mi ha sorpreso che in un Comune di 1400 abitanti, nessuno si sia fatto avanti».
Secondo la costituzione comunale il carico di lavoro è fissato al 50%. «È una percentuale troppo bassa per seguire lo sviluppo della situazione a Brienz e i vari progetti. Da anni lavoro più del 100%», dice Albertin, mentre calcola che ha accumulato anni di straordinari.
La situazione straordinaria - Secondo il 53enne la gestione della situazione a Brienz a lungo termine non può rimanere un compito comunale. Per questo durante una serata informativa ha accennato alla possibilità di chiedere al Canton Grigioni di proclamare la situazione straordinaria. Ma secondo il Governo grigionese, il caso di Brienz non adempie ai criteri per una simile misura.
Albertin con la sua richiesta ha voluto dare uno spunto di riflessione. «È così che funziona il processo politico da noi», spiega il sindaco, che è attivo nel mondo politico da più di trent'anni. Dapprima nell'allora comune di Mon e poi otto anni fra i banchi del Gran Consiglio per il PPD. Esperienze che lo hanno aiutato a costruire una rete di conoscenze utili.
Il rapporto con la natura - Nell'ufficio di Daniel Albertin appesa a una parete c'è una fotografia della frazione di Mon, il paese situato proprio sulla sponda opposta della valle rispetto a Brienz. È nel suo villaggio, in un luogo ben preciso, che trova la forza per andare avanti. «Ogni mattina passo due ore in stalla. Lì penso a molte cose, a volte preparo i discorsi. C'è calma e quando voglio stare proprio tranquillo non accendo nemmeno la radio».
Il 53enne, padre di due figlie adulte, è contadino di professione. Un lavoro strettamente legato alla natura. «Esiste un detto in romancio che dice "la terra che si muove, non si deve tentare di stabilizzarla"». Eppure, è proprio quello che geologi ed esperti stanno tentando di fare sotto Brienz. Un cunicolo di drenaggio lungo oltre due chilometri, che dovrebbe rallentare lo scivolamento e salvare così il paese e le case della novantina di sfollati.