Gli aiuti economici concessi dal Governo hanno contribuito ad evitare il peggio.
BERNA - Meno persone hanno fatto capo all'assistenza sociale in Svizzera nel 2021 rispetto al 2019. Le ragioni del lieve calo, di 1,4 punti percentuali, stanno nella ripresa del mercato del lavoro e nella carenza di manodopera in molti settori. Ma è troppo presto per levare l'allerta, secondo la Conferenza svizzera delle istituzioni dell'azione sociale (COSAS).
Da uno studio pubblicato oggi da quest'ultima, emerge che il temuto aumento dei casi dovuto alla crisi sanitaria non si è quindi verificato, grazie in particolare agli aiuti economici assegnati dalle autorità, come ad esempio le indennità giornaliere, quelle per lavoro ridotto e per perdita di guadagno, spiega la COSAS.
Oltre a ciò, la carenza di manodopera in molti settori ha creato opportunità di lavoro per persone poco qualificate, che sono sovrarappresentate fra i beneficiari di assistenza sociale. La promozione del reinserimento di questi ultimi nel mercato del lavoro è stata concordata in dicembre dalla stessa COSAS, assieme all'Unione padronale svizzera e all'Unione svizzera delle arti e mestieri (USAM).
Più in dettaglio, va comunque rilevato che ci sono delle differenze regionali, basti pensare che nel canton Ginevra si è assistito a un aumento di 7 punti percentuali, mentre nella città di Lucerna di 5. Inoltre, sono molti di meno i titolari di permessi B e C che hanno fatto ricorso all'assistenza sociale, anche se secondo la COSAS molti di loro vi rinunciano per paura di essere espulsi e scivolano nella precarietà. Questa diminuzione è inoltre compensata dall'aumento del numero di rifugiati e di persone ammesse provvisoriamente nell'assistenza sociale. L'incremento era atteso, dopo l'arrivo di un gran numero di richiedenti asilo tra il 2014 e il 2016.
Nonostante questa leggera diminuzione generale, le sfide rimangono, avverte la COSAS, che si aspetta un forte aumento del numero di dossier a medio termine, che potrebbe raggiungere il 13,8% entro il 2023, rispetto al 2019.
Alla fine del 2021, la Segreteria di Stato dell'economia (Seco) ha contato circa 29'000 disoccupati di lunga durata, più del doppio rispetto alla fine del 2019. È difficile determinare quanti di loro beneficeranno dell'assistenza sociale nei prossimi anni, sottolinea la COSAS.
Inoltre, tra il 2019 e il 2023, la responsabilità finanziaria per i richiedenti asilo sarà gradualmente trasferita dalla Confederazione ai Cantoni. In questo contesto, la COSAS prevede che, entro il 2023, altre 12'000 persone con passato migratorio dipenderanno dall'assistenza sociale versata dai Cantoni e dai Comuni, e ciò nonostante le misure di integrazione.
Infine, malgrado gli aiuti economici legati al Coronavirus, la COSAS mette in guardia sull'impatto ancora incerto della pandemia sulla salute della popolazione. Le persone che soffrono di postumi fisici e psicologici potrebbero dover affrontare ostacoli al loro reinserimento nel mercato del lavoro. A questi potrebbero aggiungersi molti indipendenti costretti a chiudere, malgrado le indennità di perdita di guadagno e gli altri sostegni.