Cerca e trova immobili
Nella morsa delle tempeste: ora le gru fanno paura Dopo il crollo di La-Chaux-de-Fonds, che ha causato la morte di un uomo, i timori si rincorrono. Le nostre gru possono resistere?
LA-CHAUX-DE-FONDS - È costata la vita a una persona, un uomo di 50 anni che sedeva tranquillamente nella sua auto, la caduta della gru avvenuta lunedì a La-Chaux-de-Fonds (NE).
Ancora non è chiaro se quello abbattutosi sulla regione fosse un tornado o un downburst estremo, ma, superato lo shock del momento, sorgono molte domande. La gru era adeguatamente fissata? E soprattutto: le gru utilizzate in Svizzera possono resistere a una tempesta così violenta?
In aree predisposte a forti raffiche di vento gli operatori delle gru devono consultare un ingegnere civile che abbia familiarità con le condizioni meteorologiche locali, spiega all’Aargauer Zeitung il portavoce della Suva Adrian Vonlanthen. E, considerato che La-Chaux-de-Fonds si trova in una zona a rischio da questo punto di vista, questo dovrebbe essere avvenuto. «Tuttavia», specifica Vonlanthen, «va sottolineato che le velocità del vento misurate lunedì a La-Chaux-de-Fonds (le raffiche hanno toccato i 217 chilometri orari ndr.) sono straordinarie».
«Gli standard svizzeri non prevedono ancora tali velocità del vento», conviene l’esperto di gru Pius Meyer. Dopo che nel 1999 la tempesta Lothar ha colpito l’Europa centrale, causando gravi danni in Svizzera, Francia e Germania, le norme sono state rese più severe e la resistenza delle gru ai venti è aumentata in tutto il continente, spiega. Stando alle attuali normative, una gru come quella di La-Chaux-de-Fonds doveva quindi essere in grado di resistere a raffiche di almeno 170 chilometri orari. Che però, naturalmente, non sono 217. Una maggiore stabilità si sarebbe potuta ottenere posizionando più zavorra alla base della gru, precisa però Meyer al quotidiano argoviese.
Non tutti i casi di ribaltamento delle gru vengono segnalati alla Suva ma, secondo la compagnia assicurativa, in Svizzera si contano tra le due e le tre cadute all’anno. Generalmente, però, a causare i crolli non sono tempeste, ma basi inadeguate e carichi eccessivi.
