Gli abitanti delle Alpi soffrono di più per la mancanza di acqua rispetto a quelli delle pianure e costruiscono nuove reti idriche
ZURIGO - Fa sempre più caldo, i ghiacciai si ritirano e per l'economia alpina questo rappresenta un problema serio, tanto da fare dire a studiosi come Töni Gujan del Dipartimento Agricoltura Alpina del Centro di Formazione Agricola Plantahof di Landquart (Grigioni) che «l'approvvigionamento idrico sarà la sfida più grande per il futuro». Lo ha rimarcato dalle colonne del TagesAnzeiger.
E il WSL (l'Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio) per voce del suo responsabile dell'Unità di ricerca sull'idrologia montana e i movimenti di massa, Manfred Stähli, ha ricordato sempre sul medesimo quotidiano che «le regioni montane sono un caso particolare per quanto riguarda l'approvvigionamento idrico, perché in molti luoghi delle Alpi mancano terreni profondi. A differenza delle pianure, qui non si formano grandi riserve di acque sotterranee. Le regioni alpine sono quindi fortemente dipendenti dalla neve e dall'acqua di fusione».
Nonostante temporali e cicloni, a giugno - dati MeteoSvizzera - in gran parte del Paese ha piovuto meno della metà della norma e l'estate 2023 si è rivelata finora più calda e secca del solito.
E in alcune zone i caseifici - che richiedono molta acqua - sono in affanno e alcuni non sanno se continuare l'attività. Gujian ricorda che «l'approvvigionamento di mucche è particolarmente critico durante la siccità. Gli animali hanno bisogno di molta acqua. A seconda della quantità di latte che produce, una mucca beve circa 100 litri al giorno».
Alcuni agricoltori si stanno costruendo delle proprie reti idriche, altri sono entrati in un progetto finanziato da Confederazione e Cantone, come Ernst Wandfluh: davanti alla sua piccola azienda agricola sulla Ueschinenalp passano i nove chilometri di tubature e due nuove captazioni di sorgenti messe in campo per fronteggiare la scarsità d'acqua. Ottanta le fattorie alpine servite dalla nuova rete idrica.
Ma in vista di nuovi periodi di siccità servono nuovi investimenti: e che gli agricoltori siano preoccupati e temano di restare a secco, lo dimostra il fiume di progetti che arrivano sul tavolo dell'Ufficio federale dell'agricoltura che lo scorso hanno ne ha approvati una quarantina. Insieme alle temperature, però, sono aumentati anche i fondi concessi: 4,3 milioni di franchi nel 2023, contro i 2,2 del 2022.
Tutti segnali evidenti. Non si vuole più correre i rischi del 2022, quando a causa della secca sorgenti e ruscelli non avevano quasi più acqua e l'esercito ne ha dovuta trasportare 1897 tonnellate sugli alpeggi, con un risvolto economico di non secondaria importanti per gli agricoltori: il trasporto di una fornitura per una settimana costa tra i 2'500 e i 3'000 franchi.