La dichiarata non binarietà del cantante ha aperto il dibattito politico.
BERNA - La vittoria di Nemo all'Eurovision Song Contest ha dato slancio alla questione del terzo genere, su cui il Parlamento federale sta lavorando. E il dibattito si è immediatamente acceso con i politici schierati su diversi fronti.
Le reazioni - Tamara Funiciello, consigliera nazionale del PS, ha affrontato di recente il tema del riconoscimento di un terzo genere. L'attenzione dunque su una discussione che può scatenare polemiche e che quindi va affrontata con la massima cautela, è attuale e tra le preoccupazioni c'è che «le persone interessate non finiscano per pagare il prezzo dell'attivismo a breve termine dei politici».
La domanda - La Svizzera ha bisogno di un terzo genere? È questo il punto cruciale su cui si dibatte. Sempre Tamara Funiciello si è opposta di recente alla consigliera UDC di San Gallo Esther Friedli che ha visto le conquiste del femminismo messe a repentaglio da un terzo genere. Friedli ha sostenuto che gli spazi riservati alle donne potevano improvvisamente essere occupati anche da persone non binarie.
Guardaroba, bagno ed esercito - Come dovrebbero reagire le istituzioni pubbliche a un terzo genere? C'è bisogno di una terza toilette nei ristoranti? Le persone non binarie dovrebbero arruolarsi nell'esercito? Un insieme di domande che ormai sono all'ordine del giorno. Esther Friedli risponde a queste domande in modo chiaro. «La nostra società è costruita sulla binarietà, e dovrebbe rimanere tale». Due generi sarebbero dunque sufficienti.
Polemica - Il fatto che a Berna ci sia tale slancio sul tema della non binarietà ha quasi a che fare esclusivamente con Nemo. E con il talento di Nemo per la politica. «L'obiettivo è in realtà quello di fare musica e non politica - ha detto Nemo a Der Spiegel - Insolito che una persona non binaria diventi automaticamente una questione politica, un individuo da considerare politicamente».
Passato - Un anno e mezzo fa, il Consiglio federale ha deciso che non esistevano i presupposti sociali per l'introduzione di un terzo genere e che le persone non erano ancora pronte. È qui che entra in gioco Daniel Graf, fondatore della piattaforma online Wecollect. Già prima della vittoria di Nemo in Svezia, Graf si era rivolto alle organizzazioni di lobby Trans Gender Network Switzerland (TGNS) e We Exist e ha organizzato con loro una lettera aperta.
Dopo la vittoria di Nemo - Una settimana dopo, Graf ha sottolineato come la carta d'identità non evidenziasse il sesso. Fino al 2003 non era specificato. Graf ha così sottolineato come il Parlamento potrebbe accogliere le persone non binarie con la nuova carta d'identità digitale, la cosiddetta E-ID. Graf ha scritto: «Se il Parlamento eliminasse semplicemente la categoria "'uomo/donna" dalla E-ID, tutti i generi sarebbero uguali».
Intoppi - Il dibattito parlamentare sull'e-ID è in fase avanzata. Il Consiglio nazionale ha già votato in merito. La Commissione giuridica del Consiglio degli Stati sta attualmente discutendo il tema e quindi se Nemo e i suoi alleati vogliono eliminare la voce "genere" dall'E-ID, devono prima convincere la maggioranza della piccola camera, tradizionalmente conservatrice.
L'E-ID risolve il problema? - A Berna circola un'altra argomentazione di peso: il timore che la questione del genere possa far fallire l'e-ID all'ultimo minuto. Ad esempio, se gli ambienti conservatori organizzassero un referendum contro una e-ID neutrale dal punto di vista del genere. Nel marzo 2021, gli elettori hanno respinto l'introduzione di una e-ID a causa di problemi di protezione dei dati. Ora, dopo un completo riavvio, l'E-ID statale, di nuova concezione, deve essere messa in funzione il prima possibile. Secondo molti parlamentari, Nemo e la questione del genere sono una manovra di disturbo non necessaria.
Futuro - Tuttavia, il lavoro politico continua. L'Ufficio federale di giustizia sta preparando un rapporto richiesto dal Parlamento. Questo rapporto mira a mostrare quali misure potrebbero essere adottate per migliorare la situazione delle persone non binarie senza mettere legalmente in discussione il modello di genere binario.