La Svizzera è considerata un'antesignana della sperimentazione in questo campo.
BERNA - «Una pratica ancora agli inizi, ma in piena espansione». A dirlo, intervistato da 24 heures, è lo psichiatra Vincent Liaudat, uno dei 70 medici svizzeri autorizzati a prescrivere LSD, MDMA e psilocibina (sostanza allucinogena presente in alcuni funghi) ai propri pazienti. Il riferimento è alla terapia psichedelica, la cui sperimentazione sta prendendo piede anche in Svizzera.
Il blocco della medicina psichedelica - Anche se, dopo l’entusiasmo dei primi studi clinici, quando la Confederazione si era guadagnata lo status di pioniera, «sul tema c’è stato un lungo periodo di latitanza». Negli anni Settanta, infatti, i governi occidentali hanno vietato la terapia, «impedendo alle cliniche e alla ricerca di proseguire lungo questa strada, nonostante i benefici dimostrati per i pazienti».
Al via il programma - Nonostante una breve parentesi nella Svizzera interna fra il 1988 e il 1993, l’approccio “proibizionista” è durato fino al 2014. «I risultati poi di due studi hanno convinto l’Ufficio federale della sanità pubblica ad autorizzare, in via eccezionale, due psichiatri a utilizzare sostanze psichedeliche. Dieci anni dopo, è iniziato un programma clinico che coinvolge 70 specialisti».
Sta nascendo un nuovo approccio - «Esattamente come avviene con la morfina, la cui utilità in campo medico non è più messa in discussione - spiega Liaudat - verso MDMA, LSD e psilocibina siamo alle soglie di una nuova apertura nel panorama clinico. E i ricercatori possono esplorare l’uso di diverse sostanze».
«La perdita di controllo spaventa le persone» - Vincent Liaudat si confronta regolarmente con "idee preconcette" sulla medicina psichedelica. «Gli psicofarmaci rappresentano una perdita di controllo che spaventa le persone. Mentre non c'è “mistero” in un'operazione chirurgica, gli stati alterati di coscienza hanno un'immagine ingannevolmente casuale».