Bolt sta facendo pressione su Uber tramite prezzi concorrenziali. Secondo l'esperto, rimarrà in piedi solo una delle due aziende.
ZURIGO - Dopo Uber, da qualche mese in Svizzera c'è anche Bolt a fare la corte ai passeggeri. E sta mettendo sotto pressione proprio Uber, grazie a tariffe più basse.
Ad aprile Patrick Frei, manager di Bolt per la Svizzera, ha annunciato in un'intervista a 20 Minuten: «I passeggeri pagano meno e gli autisti possono tenere più soldi per sé».
In effetti, confrontando le tariffe delle rispettive app, Bolt risulta essere più economica di Uber. Mentre quest'ultima chiede 23 franchi per un viaggio in aeroporto a Zurigo, con Bolt se ne spendono 15.
Bolt appare più conveniente sia per i tragitti più brevi che per quelli più lunghi. Come risposta al suo concorrente, Uber ha ridotto in modo massiccio i prezzi. Ma chi è alla guida, per guadagnare la stessa cifra, ora deve effettuare un numero maggiore di corse.
Bolt sta lavorando in perdita? - Dopo anni in perdita, Uber ha registrato i primi utili nel 2023. Secondo Ferndinand Thies, ricercatore di economia delle piattaforme presso l'Università di Scienze Applicate di Berna, è probabile che i viaggi siano un'attività in perdita anche per Bolt, almeno per il momento: «Entrambi i fornitori stanno lavorando per raggiungere una posizione di monopolio. Per la prospettiva di profitti futuri, sono disposti ad accettare di andare in perdita per qualche anno».
Il prezzo è l'unico fattore rilevante nel mercato: «Alla fine prevarrà il fornitore con le tasche più capienti», afferma Thies. Per l'esperto Uber ha un vantaggio. L'azienda è già affermata e conosciuta. Soprattutto tra gli ospiti internazionali dell'area di Zurigo e Ginevra.
I prezzi saliranno ancora? - I consumatori, ora, stanno beneficiando della guerra dei prezzi. Ma non appena questa sarà terminata e rimarrà un solo fornitore, è probabile che i viaggi tornino a essere più costosi. Secondo Thies, tuttavia, l'aumento dei prezzi in Svizzera sarà probabilmente limitato: «Il trasporto pubblico è una buona alternativa in Svizzera».
Per Sara Stalder, direttrice generale della Fondazione per la tutela dei consumatori, il calcolo dei prezzi nel settore dei taxi è difficile da comprendere. Ad esempio, non è chiaro quanto vada a finire nelle tasche del conducente. Finché questo dato non sarà noto, i fornitori di servizi a basso costo continueranno a prevalere.
Associazione dei taxi: «C'è battaglia anche per i conducenti» - La nuova situazione è foriera di opportunità anche per chi è al volante, afferma Caroline Straub, che studia il lavoro delle piattaforme presso l'Università di Scienze Applicate di Berna: «I più intelligenti giocano con l'algoritmo e guidano per entrambe le app». In generale, una maggiore concorrenza porta a migliori condizioni di lavoro.
Secondo George Botonakis, presidente dell'associazione dei taxi di Zurigo, le due aziende non combattono solo per i clienti, ma anche per i conducenti: «Ho sentito dire che si ricevono bonus considerevoli se si guida tante ore al giorno per Bolt», afferma. Se un maggior numero di autisti lavorasse per Bolt, i clienti di Uber dovrebbero aspettare più a lungo.
Interpellata, Bolt non conferma il pagamento di questi bonus: «Bolt è un mercato per autisti, non un datore di lavoro», afferma il portavoce Daniel Howell. Invece, nei periodi di forte domanda, la tariffazione dinamica assicura che i clienti trovino comunque un passaggio e che gli autisti siano motivati a mettersi in viaggio.
Ci sono poi tassisti che lavorano anche per Uber e Bolt. Ciò porta a situazioni assurde. Botoniakis racconta la storia di un tassista che è tornato a prendere (questa volta in veste di Uber) un cliente con il quale era appena stato in disaccordo sul prezzo della corsa, per farlo viaggiare questa volta a una tariffa più bassa.