Il consigliere federale Alain Berset risponde all'appello degli ospedali, che chiedono misure più severe
Cinque ospedali universitari hanno lanciato l'allarme. Berset: «Credo che bisogna prendere ciò molto, molto sul serio». E venerdì il Consiglio federale potrebbe annunciare nuove misure.
BERNA - Gli ospedali universitari svizzeri chiedono misure più severe per lottare contro il coronavirus. «Credo che bisogna prendere ciò molto, molto sul serio», ha affermato il consigliere federale Alain Berset stasera al telegiornale della RTS. «Siamo all'inizio dell'inverno con una situazione che ci preoccupa veramente».
Questa settimana i cinque ospedali universitari hanno lanciato un avvertimento al ministro della sanità a proposito della situazione dei pazienti affetti da Covid-19, secondo quanto riporta la "SonntagsZeitung".
La paura della terza ondata - Nella lettera esprimono «la loro grande inquietudine in relazione alla situazione attuale»: i letti nelle unità di terapie intense stanno divenendo rari, il personale di cura è giunto ai suoi limiti e da ottobre le cinque strutture hanno rinviato oltre 4'000 interventi. Temendo una terza ondata dopo Natale, i direttori dei nosocomi universitari chiedono misure più severe per evitare il collasso del sistema ospedaliero.
«La situazione non è fuori controllo» - Se la diffusione della malattia non rallenterà il Consiglio federale annuncerà nuove misure venerdì, ha spiegato Berset, secondo cui, tuttavia, «dichiarare nuovamente la situazione straordinaria non servirà a nulla». «Abbiamo tutti i mezzi per agire nel quadro attuale e bisogna farlo con i Cantoni. Abbiamo dimostrato che possiamo farlo: abbiamo adottato misure venerdì», ha affermato. Egli ha quindi ricordato che il governo adegua costantemente il dispositivo.
«Non siamo in una situazione in cui abbiamo perso il controllo, ma in una situazione sufficientemente seria da dover stare molto attenti nei prossimi giorni», ha aggiunto il friburghese.
Quanto alle vaccinazioni, Berset ha dichiarato che dovrebbero iniziare in gennaio. «Detto questo - ha avvertito -, non bisogna attendersi subito un miracolo dai vaccini. Richiederà del tempo, perché servono due dosi per la maggior parte di essi con un lasso di tempo tra le due iniezioni. E non si può vaccinare migliaia di persone fin dai primi giorni. Dovremo uscire da quest'inverno con le nostre proprie forze».