La legge d'applicazione dell'iniziativa popolare è stata approvata oggi all'unanimità dal Consiglio degli Stati
BERNA - La 13esima AVS verrà versata una volta all'anno, nel mese di dicembre. È quanto prevede la legge d'applicazione dell'iniziativa popolare "per una 13esima mensilità AVS" approvata oggi all'unanimità dal Consiglio degli Stati. La questione del finanziamento sarà regolata ulteriormente.
La modifica della Legge federale sull'assicurazione per la vecchiaia e per i superstiti (LAVS) adottata in data odierna è uguale in tutto e per tutto al Disegno 1 del Messaggio dal Consiglio federale di ottobre. Questo si occupa principalmente degli aspetti tecnici relativi al versamento della nuova mensilità.
Nel suo intervento, il relatore commissionale Damian Müller (PLR/LU) ha illustrato i vantaggi del pagamento unico della tredicesima AVS, rispetto a un supplemento da versare ogni mese: aiuta a saldare le numerose fatture che si ricevono generalmente alla fine dell'anno e permette una chiara distinzione tra la rendita mensile e la maggiorazione data dalla tredicesima.
Quest'ultimo aspetto è importante, in quanto la revisione della LAVS precisa nero su bianco che, come previsto nel testo della modifica costituzionale approvata in votazione lo scorso marzo da 16 cantoni e dal 58,2% dei votanti, l'ammontare della 13esima AVS non sarà preso in considerazione nel calcolo del reddito che determina la concessione di prestazioni complementari.
La tredicesima AVS, sebbene la revisione della legge non lo precisi, verrà versata per la prima volta nel dicembre 2026 (tale data è però implicitamente contenuta nel testo dell'iniziativa, ndr.). Lo ha garantito in aula la consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider.
Quest'ultima ha poi precisato che la tredicesima sarà versata unicamente agli assicurati che nel mese di dicembre hanno diritto a una rendita di vecchiaia. Ciò significa che chi muore tra gennaio e novembre, o i loro eredi, non hanno diritto a tale prestazione, ha spiegato la ministra dell'interno. In questo modo il costo della riforma è ridotto di 80 milioni di franchi all'anno.
Finanziamento - Nel suo messaggio, nei Disegni 2 e 3, il Consiglio federale propone di finanziare la tredicesima - i cui costi sono stimati a 4,2 miliardi di franchi al momento della sua introduzione nel 2026, di cui circa 850 milioni a carico della Confederazione. - con un innalzamento dell'imposta sul valore aggiunto di 0,7 punti percentuali.
L'aliquota normale IVA passerebbe così dall'attuale 8,1% all'8,8%, quella speciale per il settore alberghiero dal 3,8 al 4,2% e quella ridotta per i beni di consumo giornaliero dal 2,6 al 2,8%. Tale aumento sottostà a referendum obbligatorio.
Parallelamente all'aumento dell'IVA, il Consiglio federale propone di ridurre il contributo della Confederazione alle spese dell'AVS. Il 1° gennaio 2020, con l'entrata in vigore della Riforma fiscale e il finanziamento dell'AVS (RFFA), il contributo della Confederazione è stato aumentato dal 19,55 al 20,2%. Ora il governo chiede di riportalo al 19,5%. In questo modo la Confederazione si assumerebbe circa 450 milioni di franchi di spese supplementari invece degli 850 citati.
La Commissione della sicurezza sociale, ha spiegato il suo relatore Damian Müller, ha però ritenuto, contrariamente al governo, che non ci sia fretta di agire. A suo dire, lo stato del fondo di compensazione AVS non peggiorerà seriamente fino al 2029.
Di conseguenza, il Parlamento ha e deve prendersi il tempo necessario per effettuare un'analisi approfondita delle varie forme di finanziamento possibili. Così facendo potrà tenere conto della profonda riforma del sistema AVS, che il Consiglio federale dovrebbe licenziare entro la fine del 2026.
«Non si tratta di perdere tempo, ma di integrare le nuove cifre sulle prospettive finanziarie dell'AVS pubblicate in settembre», ha detto Erich Ettlin (Centro/OW). Se si volesse aumentare l'IVA già nel 2026 si dovrebbe organizzare una votazione nell'autunno 2025. In caso di esito positivo, l'economia avrebbe solo due-tre mesi per adattarsi, un tempo giudicato dall'obvaldese insufficiente.
Il Disegno 1 passa ora all'esame del Consiglio nazionale.