L’Ufficio federale dei trasporti non rinnoverà la concessione alle tratte dei bus per l’aeroporto lombardo: «Gli abbiamo fatto comodo per 15 anni, adesso ci sbattono la porta in faccia»
LUGANO - La concessione per le quattro linee di bus navetta tra il Ticino e l’aeroporto di Malpensa scadrà il 31 dicembre e, come anticipato oggi da tio.ch/20 minuti, visto che ci sarà il nuovo treno Mendrisio-Malpensa, non verrà rinnovata per il 2018. Lo conferma su nostra richiesta l’Ufficio federale dei trasporti. «Fra tre anni la richiesta di concessione per le linee di bus verrà riesaminata. Fino ad allora non saranno approvate richieste per il traffico tra il Ticino e Malpensa», ci spiega la portavoce Florence Pictet.
Possibilità di ricorso - Dall’introduzione della nuova tratta sarà possibile «valutare se il funzionamento dell’offerta ferroviaria sarà compromesso o meno da un servizio di autobus». L’azienda svizzera che ha ricevuto una di queste concessioni, la Giosy Tours, secondo l’Ufficio federale dei trasporti, avrebbe già rinunciato a interporre ricorso alla decisione. Notizia questa che il direttore dell’azienda, Mattias Bassi, non ci conferma: «Decideremo noi cosa fare». Altrettanto sta facendo un’altra concessionaria, la Morandi Tour: «Stiamo valutando le opzioni con i nostri legali», spiega Michele Sartoris, presidente del Morandi Group.
Molti impieghi a rischio - Nelle società interessate il clima è pesante, in molti temono per il proprio lavoro. «Senza concessione saltano almeno 6 posti di lavoro», ci dice deluso e arrabbiato Mattias Bassi. «Abbiamo pagato le tasse, abbiamo investito soldi, abbiamo pagato gli stipendi. Per 15 anni gli abbiamo fatto comodo, e senza prendere un franco di sussidio, ora ci chiudono la porta in faccia». Anche per la Morandi Tour, tra la filiale luganese e la sede varesina, la fine della concessione potrebbe significare una dozzina di esuberi.
Libertà di scelta - «Il cittadino dovrebbe poter scegliere se prendere un treno o un pullman», continua Bassi. «Anche perché il treno non tiene conto di chi parte la mattina molto presto o la sera tardi e non ha la flessibilità della gomma, noi possiamo anche fermarci un attimo ad aspettare chi ha il volo in ritardo. Sono deluso soprattutto perché avremmo potuto sederci attorno a un tavolo e trovare una collaborazione. Ma qui ormai sembra di essere in Russia». La scelta dell’Ufficio federale dei trasporti, in più, appare incomprensibile all’imprenditore di fronte al trattamento riservato ad altri attori: «A quei bus che vengono dalla Germania (Flixbus, ndr) stendono i tappeti rossi, a noi che siamo in Ticino e operiamo da anni mettono i bastoni tra le ruote».