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La Corte d’appello sta valutando di ordinare un nuovo giudizio di primo grado, avrebbe ravvisato «vizi importanti» nel procedimento
LUGANO - L’Ente Ospedaliero Cantonale ha impugnato la sentenza, che condannava l’istituto per lesioni colpose gravi a una multa di 60mila franchi, emessa dal pretore Siro Quadri sui casi di contagio da Epatite C avvenuti nel dicembre del 2013 al Civico di Lugano. La Corte d’appello e di revisione penale ne avrebbe dovuto dibattere il prossimo 19 settembre. Ma una raccomandata, recapitata questa mattina alle parti, stravolge i programmi: la giudice Giovanna Roggero-Will, infatti, potrebbe addirittura decidere di annullare il processo e rimandare tutto alla pretura penale.
Perché? Nella lettera, in cui si chiedono le osservazioni di difesa e accusa, è indicato l’art. 409 del Codice di procedura penale: «Se il procedimento di primo grado presenta vizi importanti che non possono essere sanati in sede di appello, il tribunale d'appello annulla la sentenza impugnata e rinvia la causa al tribunale di primo grado perché svolga un nuovo dibattimento e pronunci una nuova sentenza». Insomma, la giudice sembra aver ravvisato nella sentenza firmata da Siro Quadri delle irregolarità che costringerebbero a rifare tutto. Una procedura utilizzata molto raramente.
Ricordiamo che proprio questa sentenza era stata duramente contestata dall’EOC, il quale la ritiene un «punto di svolta preoccupante per l’intero sistema sanitario nazionale perché introduce di fatto una responsabilità penale generalizzata per un ospedale». All’ospedale, Siro Quadri rimproverava soprattutto di non avere «un’adeguata organizzazione interna» tale da permettere di risalire al personale sanitario che aveva effettuato le analisi incriminate.
Per ora, non è tuttavia dato sapere quali siano i vizi riscontrati da Roggero-Will.
