È scattata la raccolta firme contro i tagli alle borse di studio. Il video tra i liceali. Il coordinatore Zeno Casella: «I politici non possono fare finta di niente»
LUGANO – All’assalto del Liceo Lugano 1. Inizia da qui la raccolta firme contro i tagli alle borse di studio, promossa dal Sindacato Indipendente degli Studenti e degli Apprendisti (SISA). In prima fila, il coordinatore Zeno Casella. Che non usa giri di parole. «Ce l’abbiamo col Dipartimento dell’economia di Christian Vitta. Ma non solo. Anche con il Governo e, soprattutto, con il Parlamento. Hanno preso decisioni che penalizzano i giovani. E ora vogliamo che facciano dietrofront».
La situazione è davvero così drammatica?
Nel giro di due anni sono stati fatti tagli alle borse di studio per 5 milioni di franchi. Ottenere una borsa di studio per uno studente ticinese oggi è un’impresa. Prima circa il 60% delle richieste veniva accolto. Ora solo il 45%.
Il trend indica che le richieste per le borse di studio inoltrate al Cantone sono comunque in calo. Un po’ paradossale, no?
No. Molte famiglie si scoraggiano di fronte all’iter burocratico e ai paletti che bisogna affrontare. Occorre anche considerare i cambiamenti demografici. La popolazione è sempre più anziana.
In pratica cosa chiedete al Gran Consiglio?
Di revocare le misure di risparmio adottare negli scorsi anni. Dal 2015 gli studenti di master al termine del biennio di studio devono restituire allo Stato un terzo della borsa. Significa iniziare a lavorare già con un grosso debito sulle spalle. La borsa di studio dovrebbe essere a fondo perso.
Le nuove direttive chiedono una maggiore partecipazione delle famiglie ai costi di formazione dei figli. Perché non siete d’accordo?
La formazione dei giovani è un problema della società. Non solo delle famiglie. A causa del nuovo sistema di calcolo, molte famiglie sono state escluse dall’aiuto allo studio. È ingiusto.
Attualmente la borsa di studio massima concessa a uno studente ticinese è di 16'000 franchi all’anno. E anche questo è un punto che contestate. Come mai?
Secondo l’Ufficio federale di Statistica oggi uno studente ticinese che non vive più con i genitori ha bisogno in media di 25'000 franchi all’anno. Mancano 9'000 franchi…
Uno studente può sempre avere un lavoro a fianco degli studi universitari, no?
Sì. Ma spesso si tratta di lavori pagati poco. E molte volte gli studi sono così impegnativi che non resta tempo per il resto.
In Ticino l’USI e la SUPSI sono in grande espansione. È ancora giustificato per i giovani ticinesi andare “per forza” a studiare oltre San Gottardo, quando potrebbero contenere i costi restando vicini a casa?
USI e SUPSI sono in crescita. Ma non coprono tutti i campi del sapere. Sono, inoltre, strutture ancora relativamente giovani. Il loro livello non è ancora quello di altre. In ogni caso studiare in Ticino non è a buon mercato. Le tasse dell’USI restano le più care della Svizzera.
A proposito. Di recente è stato deciso che le tasse di immatricolazione dell’Università di Friburgo aumenteranno di 180 franchi a semestre a partire dal prossimo autunno.
E questo conferma che le spese che gravano sui giovani, e sulle rispettive famiglie, sono in aumento. Le autorità non possono fare finta di nulla.
Il Cantone: «La burocrazia non frena le richieste delle famiglie»
Sono state 5.300 nel 2017 le richieste giunte dalle famiglie ticinesi all’Ufficio cantonale delle borse di studio. Il dato si allinea al calo complessivo di circa il 15% delle domande registrato nell’ultimo lustro. «Ed è strano – commenta il capo ufficio Piero Locarnini –. Soprattutto considerando il momento economico difficile e il fatto che il numero delle persone in formazione è rimasto costante. Al momento non sappiamo spiegare questa situazione». Locarnini respinge l’ipotesi secondo cui l’iter burocratico per ottenere una borsa di studio sarebbe un deterrente per le famiglie. «All’inizio bisogna rispondere a tante domande, è vero. Ma i formulari sono rimasti più o meno sempre gli stessi. Non ci sono stati grossi cambiamenti». Poco da dire, infine, sulla raccolta firme promossa dal SISA. «Ogni richiesta sarà valutata e ponderata».