Spunta una nuova cordata di cinque imprenditori, intenzionati a rilanciare la ex Darwin. Hanno presentato una manifestazione d'interesse
LUGANO - La lettera è del 29 gennaio. Destinatario: il Tribunale fallimentare che segue la pratica Darwin. Mittente: Diego Zanoni. L'imprenditore italiano trapiantato in Ticino – già candidato alla guida dell'aeroporto di Agno – è capofila di una cordata di imprenditori, che hanno appena presentato una manifestazione d'interesse per l'ex compagnia di bandiera ticinese, fallita a novembre. Sul piatto sono disposti a mettere – dicono – «almeno dieci milioni di franchi» per riportare Darwin nei cieli.
A bocce (quasi) ferme - Un colpo di scena, quando i giochi sul cadavere del fallito vettore luganese sembravano già chiusi. Dopo la bancarotta di novembre, la bernese Skywork si è offerta di rilevare la tratta Lugano-Ginevra, assumendo parte degli ex piloti Darwin. Per gli aerei dell'azienda (sei Saab 2000) si è fatta avanti una società di Miami, disposta a comprarli per affittarli in leasing probabimente a Skywork e Adria.
«Serve una compagnia locale» - Una soluzione «controproducente e sconveniente per il territorio ticinese» secondo Zanoni: l'imprenditore a capo di Generalavia, azienda italo-svizzera specializzata in sistemi di sicurezza aerea, è convinto che «senza una compagnia di linea locale lo scalo di Lugano è destinato al collasso» e definisce «preoccupante» la prospettiva di una concessione degli aerei ad Adria. «La compagnia slovena ha portato Darwin al fallimento in modo sospetto: non a caso la Procura ha aperto un'indagine».
«Il Municipio non ci ascolta» - Ma risuscitare una compagnia morta e defunta è davvero possibile? «Saremmo disposti a versare circa 10 milioni di franchi. A patto di creare una seria sinergia con sindacati, attori locali e il Cantone, ottenendo delle garanzie». Ma finora, protesta Zanoni, dal Comune di Lugano «non abbiamo ricevuto segnali positivi. Abbiamo chiesto un incontro ma non ci è stato concesso. Sembra che i giochi siano già fatti».