Le armi registrate sono aumentate del 4 per cento nel 2017. Ma quelle non dichiarate sono venti volte tante. Anche la Federazione dei funzionari di polizia chiede più controlli
LUGANO - Mentre negli Stati Uniti impazza il dibattito sulle armi, qualcosa si muove anche alle nostre latitudini: e non sono solo le statistiche. Le pistole e i fucili registrati in Ticino sono sempre di più. Lo dicono i dati forniti a tio.ch/20minuti dalla Polizia cantonale, che segnala anche un aumento delle sanzioni amministrative per i possessori: i casi sono passati da 19 a 24 nel 2017.
I numeri del 2017 - Le armi registrate invece sono salite a 2743, più 4,5 per cento (erano 2623 nel 2016). Il trend è costante negli ultimi anni - vedi tabella allegata. Ma l'aumento dell'anno scorso «è riconducibile principalmente al cambio delle armi della Polizia cantonale e di alcune polizie comunali» spiega il capitano Elia Arrigoni, a capo dei servizi generali della polizia cantonale. La quasi totalità delle richieste «ha come motivo il collezionismo, il tiro sportivo o la caccia».
La punta dell'iceberg - Poi, però, ci sono le armi non dichiarate. Un vero e proprio arsenale: stime non ufficiali parlano di circa 50mila pezzi custoditi nelle case dei ticinesi. Un fucile ogni sette abitanti, più della media svizzera (uno ogni 9, per un totale di 876mila pezzi).
Il progetto di legge - In vista del prossimo dibattito in Parlamento sul progetto del Consiglio federale, ieri a Berna è stato presentato al pubblico un gruppo di lavoro - la "Piattaforma per una legislazione del futuro sulle armi". In una conferenza stampa congiunta, il Partito socialista e vari associazioni di categoria (da quella dei medici psichiatrici a quella delle Donne protestanti-Efs) hanno ribadito il proprio sostegno al progetto del Consiglio federale.
Anche i poliziotti chiedono un controllo - A chiedere un maggiore controllo sul “sommerso” è intervenuta anche la Federazione svizzera dei funzionari di polizia (Fsfp): «Non chiediamo un inasprimento della legge come chiesto dalla Ue, sia chiaro, ma la registrazione retroattiva di tutte le armi» precisa il portavoce federale Max Hofmann. «Più informazioni abbiamo, meglio è. Gli agenti che effettuano un intervento presso un domicilio si sentirebbero più sicuri sapendo se in casa ci sono, effettivamente, delle armi o meno». Il responsabile ticinese della Fsfp Ivano Bodino ricorda come «di recente degli agenti in Ticino sono stati aggrediti durante il servizio». Si trattava di armi da taglio: «Ma una maggiore tracciabilità delle armi da fuoco potrà tornare utile anche in futuro»..